Olimpiade dell’arte, museo effimero, mecca della creatività, qualunque sia il nomignolo affidatole, Art Basel è dal 1970 considerata la madre di tutte le fiere e lo è tutt’oggi, malgrado abbia una lunga prole al suo seguito. Ogni anno, a giugno, Basilea rinasce, le sue strade si affollano, i ristoranti si riempiono e tutti si danno appuntamento allo stesso posto e alla stessa ora, a Messeplatz il 19 alle 11:00, sotto il gigantesco orologio, divenuto ormai il simbolo della rassegna. Tutti proprio tutti no, solo i comuni mortali, perchè, in verità, da qualche giorno tutti quelli che contano hanno già avuto accesso in anteprima alla fiera. Si parla già di collezionisti in visibilio, di clima euforico, di stand affollatissimi e, soprattutto, di transazioni (già concluse) da milioni di euro: ”un autoritratto di Andy Warhol del 1986 di due metri per due, venduto dalla galleria di New York Skarstedt per più di 30 milioni di dollari – riporta il sole 24 ore – David Zwirner di New York ha venduto una scultura di Jeff Koons per 5 milioni di dollari, un’opera di Bruce Nauman per 3,2 milioni di dollari e un Gerhard Richter per 2 milioni di dollari, e la White Cube di Londra ha venduto un Damien Hirst per quasi 6 milioni di dollari”. Una cosa è certa, Basilea non è un paese per poveri. Collezionisti, galleristi e amanti dell’arte si sentono come in un ristorante 3 étoiles michelin in cui il prezzo è garanzia di prestigio e, in teoria, di qualità. In mano un bicchiere di champagne e nell’altra un bratwurst (tuttavia per un tre stelle sarebbe insolito il connubio proposto dai responsabili del catering di Art Basel), con quel fare bohémien e un po’ spocchioso a cui la lingua francofona ha attribuito l’aggettivo “arty”, il collezionista decide di investire su artisti consacrati o annusa i giovani nomi dell’arte che un giorno potrebbero diventare talenti, nella speranza di potersi garantire il ruolo di talent scout. D’altronde si sa, anche in tempi più bui, questa fiera non ha mai veramente conosciuto crisi.
In questa 45esima edizione, la fiera sognata da Trudl Bruckner, Balz Hilt e i coniugi Ernst e Hildy Beyeler, ospita 4.000 artisti selezionati da un severo comitato scientifico, quasi trecento tra le migliori gallerie del mondo provenienti da 39 paesi e prevede di raggiungere complessivamente le 86.000 visite, quasi 20.000 in più rispetto all’anno scorso. Di sicuro in questa edizione si punterà su un maggiore interesse per l’arte contemporanea, un aumento, già registrato negli ultimi anni di gallerie provenienti dal continente asiatico una forte partecipazione italiana con le gallerie Artiaco, Continua, Raffaella Cortese, Massimo De Carlo, Galleria dello Scudo, Invernizzi, Kaufmann Repetto, Magazzino, Massimo Minini, Giò Marconi, Noero, Lorca O’Neill, Stein, Tega, Tucci Russo, Zero. Oltre a Galleries, spazio dedicato alle gallerie e Features, sezione che include progetti curatoriali e solo shows, già consolidate da tempo, sono i settori Unlimited e Statements a riscuotere un grande successo. La prima, curata per il terzo anno di fila da Gianni Jetzer, come suggerisce il titolo, presenta 78 opere di grandezza illimitata, ovvero monumentali che occupano interamente la Hall 1. La sezione Statements, invece, è interamente dedicata alle giovani promesse dell’arte contemporanea. Parallelamente è sviluppato il progetto Room 14, curato da Hans Ulrich Obrist e Klaus Biesenbach e realizzato in collaborazione con la fondation Beyeler e theatre Basel, dedicato alle performance, che prenderà forma in 14 ambienti dedicati a speciali eventi realizzati in un’edizione unica nei giorni della fiera. In ultimo Parcours offrirà la possibilità di sviluppare extra moenia lavori collaterali site-specific.
Tutto sembra procedere per il meglio, non resta che aspettare l’apertura ufficiale della fiera. Soltanto una notizia arrivata ieri potrebbe suscitare perplessità e preoccupazione. Direttamente da Art Cologne torna Milo Moirè, l’artista che durante la fiera tedesca aveva inscenato nuda un parto di uova, con una nuova performance. Pensandoci bene non c’è da preoccuparsi, le uova stanno bene con i bratwurst e anche con lo champagne, parola di ristorante michelin.
Fino al 22 giugno; Messeplatz, Basilea; info: www.artbasel.com/en/Basel