Strega, Catozzella batte il 5


Primo classificato alla cinquina del premio Strega Giuseppe Catozzella, con 57 voti. Segue, a sorpresa, Antonio Scurati con 55 e sale sul podio, ma solo al terzo posto, il favorito Francesco Piccolo con 53. È questo il verdetto formulato dai giurati a Casa Bellonci, in attesa del gran finale del tre luglio al Ninfeo di Villa Giulia. Primo classificato, dunque, l’editor della narrativa Feltrinelli, in corsa per la sua casa editrice, già vincitore della prima edizione dello Strega giovani. Il suo Non dirmi che hai paura narra la storia di Samia, una ragazzina di Mogadiscio che insegue il sogno di vincere le Olimpiadi di Londra nel 2012 ma la sua corsa finisce a Lampedusa, e con ciò il finale è svelato. Con 57 punti Catozzella – che sta già lavorando con Andrea e Raffaella Leone alla sceneggiatura del film tratto dal suo libro – brucia nel rush finale l’outsider di casa Bompiani, Scurati, che si presenta a dispetto della proposta ufficiale della sua casa editrice forte della candidatura di Umberto Eco e Walter Siti:  «Un libro serio, onesto, mi fa piacere presentarlo», afferma il presidente dello spoglio in qualità di vincitore della scorsa edizione. Il padre infedele, storia in parte autobiografica, brucia la concorrenza in casa Bompiani di una Storia umana e inumana di Giorgio Pressburger. «Ho voluto mettere alla prova me stesso e vedere se potevo affrontare una gara così impegnativa, per me è importante questo romanzo per motivi esistenziali. Chiunque scenda in campo spera nella vittoria, è umano», dice Scurati che pure nell’afosa serata romana suda freddo davanti alla prospettiva di giungere ancora secondo, dopo la mancata vittoria del 2009 per un voto, dopo essere stato in testa, come ieri sera, per buona parte delle votazioni. Tranquillo si aggirava invece tra gli ospiti a bagnomaria a Casa Bellonci Piccolo, sorridente e per nulla turbato dal fatto che il suo romanzo-confessione Il desiderio di essere come tutti (Einaudi), da tutti dato come favorito, sia giunto solo terzo. Per lui sarà battaglia in finale.

Al quarto posto, distaccato di una manciata di voti a riprova di come la battaglia sulla carta sia stata sofferta, Francesco Pecoraro con La vita in tempo di pace (Ponte alle grazie, 49 voti), storia di un ingegnere disilluso che lavora per una multinazionale. Chiude la cinquina Antonella Cilento con Lisario o il piacere infinito delle donne, candidatura di bandiera della Mondadori. Dove si narra la vicenda di una bella addormentata nel bosco convinta che «la gioia sia una grande arma per combattere le sopraffazioni», afferma l’autrice che con 46 voti, tre in più della prima esclusa Elisa Ruotolo con Ovunque proteggici (Nottetempo), evita alla casa editrice patronessa del premio, forte di nuovi sponsor, lo smacco di non essere rappresentata in cinquina, dopo aver fatto manbassa alle ultime edizioni.

Niente da fare, a dispetto della bagarre scatenata a suo tempo, per Unastoria di Gipi (Coconino Press Fandango), che per la prima volta ha visto in corsa per lo Strega una graphic novel, fermo a 17 voti. «È stata una cosa bellissima, ha fatto bene al mio lavoro, a me e ai miei fumetti», si consola comunque l’autore. Presente con le sue amenità anche Dario Franceschini, da quest’anno nella giuria degli Amici della domenica in qualità di ministro della Cultura. «Lo Strega è un’eccellenza italiana, essere in cinquina o vincerla porta a un successo nelle vendite, è una carta di credito, dà credibilità», dichiara il neogiurato ministro all’inizio dello spoglio dei voti. Prosit.

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