Due pugliesi al Muga

Il Muga (multimedia art gallery), diretto dalla giovane Giorgia Borrello, dal mese di febbraio ha ospitato diverse coppie di artisti, divenendo terreno di scambio tra gli interventi inediti realizzati in collaborazione. Prima con Annabella Cuomo e Marta Roberti, in seguito con Delphine Valli e Claudia Zicari, le interazioni hanno sempre dato vita a un dialogo attraverso cui scoprire argomenti comuni e differenze; attraverso territori condivisi, ricerche parallele, coincidenze e/o affinità, temi e attitudini di entrambi. Ogni mostra è stata, dunque, il risultato di un’esperienza di condivisione, di scoperta e di sconfinamento dei linguaggi artistici individuali, riflesso della volontà di una ricerca partita dal confronto.

Dal 6 giugno la galleria ospita il terzo di questi appuntamenti proponendo l’incontro tra Chiara Dellerba e Raffaele Fiorella. Chiara Dellerba (Bari, 1984), al momento in residenza presso la Surface gallery a Nottingham, ha in corso anche una mostra collettiva presso la galleria Sara Zanin di Roma. L’artista dopo aver conseguito la laurea triennale in Architettura presso il politecnico di Bari, si trasferisce a Venezia dove allo Iuav si laurea in design e arti visive. Diverse sono le sue partecipazioni a mostre sia in Italia sia all’estero. Raffaele Fiorella, classe ’79, vive e lavora in Puglia. Frequenta prima l’accademia di Belle arti di Bari, dove si specializza in arti visive e discipline dello spettacolo. In seguito partecipa a un master in multimedia content design presso l’Università di Firenze. Diverse sono le partecipazioni a mostre e residenze artistiche in ambito nazionale e internazionale e i suoi lavori sono presenti in collezioni sia private sia pubbliche.

Terreno di ricerca comune per la mostra è l’acqua, in modo specifico quella del mare. L’energia, la sua ricchezza, per l’uomo e per tutto il clima terrestre, sono caratteristiche proprie della vasta distesa di acqua salata che gli artisti hanno lecitamente considerato al di sotto del limite superficiale, al di là dell’invisibile e come metafora dell’infinito. Rilevano le curatrici Simona Merra e Carmela Rinaldi che: «le radici pugliesi dei due artisti costituiscono il fondamento del terzo appuntamento di Entre nous, un viaggio compiuto metaforicamente attraverso il mare che li ha traghettati direttamente a Roma». Infatti, gli artisti ritrovano la loro unione nel mare anche se attraverso due modalità di lavoro differenti: il disegno e l’installazione per Dellerba e il video per Fiorella. Per il lavoro Ad Est, Chiara Dellerba ha selezionato da libri di antropologia degli anni ‘40-’60, immagini appartenenti a luoghi che si affacciano sul mediterraneo, fotografie d’epoca che parlano in modo più o meno esplicito del legame dell’uomo con il mare, delle tante attività che grazie a questo e con questo svolge. I paesaggi scelti sono stati decontestualizzati e incorniciati con della morbida carta giapponese. Disposti poi sulla parete in modo casuale, lasciano libera la mente di scoprire e idealmente viaggiare. Ancora una volta, la delicatezza e la poeticità della produzione di Dellerba sono molto evidenti, sua la capacità di invitare chi osserva ad andare oltre l’apparenza, spingendosi più in là della superficie, per scoprire lo strato sottostante, ciò che si trova più in profondità.

Raffaele Fiorella si ferma a osservare con attenzione la brillantezza e la ritmicità della superficie marina, lasciando più libertà all’osservatore di indagare la sua profondità inavvertibile. Nella serie di video installazioni in loop, Fiorella pone, al di la di alcune piccole finestre, una distesa marina dalla superficie brillante con la linea dell’orizzonte che lo separa dal cielo. L’installazione Spazi, grazie al movimento continuo delle acque, si offre come dispositivo per riflettere sull’l’immensità e sulle relazione terra-cielo per raccontare il mondo. Momento di unione tra i due artisti, il lavoro realizzato a quattro mani, posto al centro della sala. Qui le mani di Chiara Dellerba hanno scavato su ciò che del mare rimane una volta che l’acqua evapora: il sale. Importante ricchezza sfruttata dall’uomo da millenni, il sale nel lavoro cela immagini in b/n, luoghi anonimi emersi grazie la ricerca fatta dall’artista direttamente su la superficie, per rendere visibili le immagini. Scopo ultimo del lavoro è far riflettere lo spettatore dell’importanza della presenza dell’acqua nel territorio. Sottolinea quest’aspetto il luccichio di una piccola porzione di superficie acquosa, inserto di Fiorella che con naturalezza si lega al tutto, riuscendo ad attirare lo sguardo con il suo piccolo video a colori.

Dal 6 giugno al 10 luglio; Muga, via Giulia 108/109, Roma; info: cargocollective.com/muga

Foto Christian Rizzo

 

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