Maria Antonietta c’est moi

Maria Antonietta c’est moi! è la personale di Desideria Corridoni a Isola gallery a Roma a cura di Barbara Martusciello. Una mostra particolare in cui parrucche d’ispirazione barocca e rococò diventano le protagoniste dello spazio espositivo, calibrate in un allestimento sobrio che valorizza la ricchezza di tali creazioni. Corridoni ha sempre lavorato nel cinema come Hair designer: si è formata con Federico Fellini, ha collaborato con importanti costumisti fra cui Piero Tosi, fino a diventare l’Hair and Wig Designer di Marie Antoinette, il film di Sofia Coppola del 2006. Ed è proprio con Marie Antoinette che Desideria riceve la nomination al Bafta award. L’esposizione Maria Antonietta c’est moi! si inserisce in un discorso a metà fra il cinema e le arti visive, fra l’artigianato e la creazione artistica. Corridoni si impadronisce dei materiali e costruisce vere e proprie sculture- parrucche che tendono a svilupparsi in altezza, arricchite da diversi tipi di oggetti, di tessuti. Tutto nasce e cresce nella sua fantasia: parte da una base iniziale che vive continue trasformazioni istintuali fino al risultato finale, dalle parole di Desideria: «Ci vuole una certa follia per creare».

Utilizza tanti materiali fra i più diversi che trova spesso nei mercatini: capelli sintetici, stoffe, tulle, crinoline, lacci, fili di lana, rafia, gabbiette di metallo, uccellini di plastica, fiori di stoffa, vetri colorati, ricordando la tradizione artistica dell’object trouvé di duchampiana memoria. La sua ricerca dei materiali è una pratica inconscia tanto quanto razionale, Desideria è attratta da un certo tipo di oggetti che rispondono al suo vissuto lavorativo e al suo estro personale. Le sue sculture – parrucche sono spesso monocromatiche, con qualche leggero tocco di colore, le cromie prevalenti sono l’oro e l’argento, questo perché tende al sogno, e non è un caso che Corridoni abbia lavorato con Fellini, il regista del sogno.

Il surreale è consustanziale alle sue realizzazioni, la realtà è tralasciata per un’allusione al territorio onirico. La pesantezza si trasforma in leggerezza, la verticalità delle parrucche ci conduce verso l’alto del desiderio. Il riferimento al barocco e al rococò conduce verso il kitsch, la composizione delle parti è strabordante, eppure appare un’eleganza insita e raffinata. Barbara Martusciello, nel testo critico della mostra, dichiara: «Da Marie Antoinette si intensifica e si fa più libera la sua vita parallela. Si tratta, in verità, della vita delle sue opere: sculture e installazioni che nascono come esagerando le sue acconciature, come se Maria Antonietta, ancora lei, avesse fatto alleanza con l’Alice di Lewis Carroll entrata in una pozione lisergica accompagnatavi non dal Bianconiglio ma da Antoni Gaudì».

Fino al 15 giugno; Isola gallery, piazza San Bartolomeo all’Isola n. 20 (Isola Tiberina), Roma

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