Tre mostre al Maxxi

Roma

Inizia oggi il countdown per scoprire il vincitore del premio Maxxi 2014. Giunto ormai alla sua terza edizione e nato per sostenere i giovani artisti italiani, precisamente quelli under 45, il riconoscimento nasce in continuità con il premio per la Giovane arte italiana, avviato nel 2001 e ospitato fino al 2008 negli spazi della Biennale di Venezia. Oggi sono stati presentati i lavori dei quattro finalisti:  Yuri Ancarani, Micol Assaël, Linda Fregni Nagler e Marinella Senatore, in mostra al Maxxi fino al 21 settembre. Tra poche settimane, il 13 giugno una giuria internazionale d’eccezione decreterà il progetto migliore: Anna Mattirolo, direttrice Maxxi Arte, Hou Hanru, direttore artistico del Maxxi, Fabio Cavallucci, direttore centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, Massimiliano Gioni, direttore artistico della fondazione Nicola Trussardi di Milano, l’artista Giuseppe Penone e Susan Pfeffer, direttrice artistica della Kunsthalle Fridericianum di Kassel. Il vincitore potrà vantare la sua opera tra la collezione permanente del museo. Oggi alla conferenza stampa erano presenti Margherita Guccione, direttrice Maxxi Architettura, Anna Mattirolo, Hou Hanru e Francesco Spano in sostituzione di Giovanna Melandri, presidente della fondazione.

L’esposizione è curata da Giulia Ferracci e parte dal Corner D della palazzina che affaccia sulla piazza Alighiero Boetti del museo con Micol Assaël che presenta un ambiente occupato da un letto ed elementi sanitari sospesi e pieni d’acqua insieme a un generatore di corrente, suggerendo una serie di riflessioni sulle connessioni tra lo spazio fisico e lo spazio dell’inconscio. Nella piazza e sulle scale, all’interno, Marinella Senatore occupa lo spazio con The school of narrative dance, video e immagini che raccontano una scuola nomade di storytelling basata su processi di emancipazione e autoapprendimento dove il ruolo di insegnante e studente sono intercambiabili. La mostra prosegue con San Siro, il video girato nello stadio milanese da Yuri Ancarani. Un film che mette in evidenza aspetti dimenticati del calcio: quell’insieme di preparativi che stanno dietro una partita e che passano spesso in secondo piano. Lo stadio diventa così un teatro dove i giocatori, al di là del loro ruolo, sono visti per quello che sono: persone comuni. L’ultima finalista, Linda Fregni Nagler presenta Per comandare all’aria, una serie composta di quindici fotografie e tre sculture: protagonisti sono i saltatori nel vuoto. Ogni figura è infatti in procinto di saltare o si trova comunque sospesa in un equilibrio precario: al centro dell’opera non c’è la storia dei protagonisti ma il momento di assoluta incertezza che crea il vuoto, tra quello che è avvenuto prima e quello che è venuto dopo.

Insieme al premio Maxxi inaugurano oggi altre due mostre: Design destinations a cura di Domitilla Dardi e Geografie italiane curata da Margherita Guccioni, Pippo Ciorra e Maristella Casciato. La prima raccoglie sette progetti artistici che sono, in qualche modo, anche sette piccole autobiografie: un ponte tra l’Italia ed Eindhoven, in Olanda, tra le maggiori capitali del design contemporaneo. «Due paesi complessi e complementari» ha detto Joost Klarenbeek, vice ambasciatore dell’Olanda in Italia, presentando i lavori di Formafantasma, Salvatore Franzese, Gionata Gatto, Giovanni Innella con Tal Drori, Francesca Lanzavecchia, Maurizio Montalti ed Eugenia Morpurgo, giovanissimi eppure uniti tutti dal comune destino di migranti culturali. E il titolo stesso gioca su questa ambiguità di luogo: a ognuno è stato chiesto di rappresentare un bagaglio che lega il design alla scelta di una destinazione.

Anche Geografie italiane, è evidente, porta con sé dei luoghi. Undici animazioni per undici percorsi attraverso l’architettura italiana, dal Novecento ad oggi realizzato da Studio Azzurro: «Un paesaggio calmo, visto come dalla finestra di un’astronave che percorre lo spazio e il tempo degli ultimi sessant’anni». Ogni percorso è realizzato con disegni, fotografie, spezzoni cinematografici e interviste portando avanti undici temi che vanno dalla città al paesaggio, dal design al museo, dall’ingegneria al patrimonio.

Tre mostre insomma, ma che racchiudono molto di più: storie, artisti, luoghi, immagini e oggetti per dimostrare, attraverso le parole di Hanru, «che la nostra società ha tanto di meglio da offrire».

Dal 28 maggio al 21 settembre; Maxxi; Roma; info: www.fondazionemaxxi.it

 

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