Carne fresca è la personale di Alessandro Calizza in corso alla Mondo Bizzarro Gallery a Roma. Contemporaneamente alla mostra l’artista ha aperto il suo studio, via dei Marsi 19, esponendo quadri di grandi dimensioni, mentre in galleria le opere, create per l’occasione, hanno una dimensione minore. Ma cosa si cela dietro al titolo? Carne fresca sta a indicare la situazione sociale attuale in cui risorse e ricchezze appartenenti alla cultura e alle persone vengono impoverite dalla mentalità vigente, fagocitate dal sistema senza rispetto. La meditazione sulla contemporaneità ha avuto una gestazione che parte da sani principi e sensibilità, mentre si è concluso, forse solo momentaneamente, il ciclo di lavori precedenti che Calizza ha eseguito per molto tempo.
All’inizio la realtà delle sue opere era intima e introspettiva. Aveva creato un personaggio dal nome Snub che rappresentava il suo alter ego: Calizza indagava aspetti più interiori immergendo il suo personaggio in paesaggi sognanti e delicati in cui il suo surrealismo respirava un sottile brezza di sospensione. Il suo carattere intriso di sapore metafisico lo porta ora a esprimere un surrealismo che cita il passato dell’arte: iconografie classiche, fra cui molte nature morte, si trasformano in messaggi attualizzati che rappresentano la volontà di condurre lo spettatore a riflettere e di esortarlo a modificare una situazione penalizzata dall’incancrenirsi di certe condizioni sociali. Un quadro in particolare, Perché non parli, si riferisce alla famosa frase che Michelangelo rivolse alla sua scultura il Mosé, frase che reinterpretata da Calizza è un’esortazione a farsi ispirare dall’arte per cambiare le cose, come un suggerimento che l’artista inoltra al suo pubblico. Insieme ai dipinti sono esposti interventi ad acquarello su incisioni del passato: incisioni di cattedrali, alcune in rovina, che per il fatto di essere cattedrali sono comunque legate alla nostra storia e alla nostra cultura.
In questi interventi Alessandro, con la sua fantasia, ribalta l’immagine originaria e, anche attraverso il titolo, va oltre inventando un significato del tutto personale: ad esempio, in Dio respira, una cattedrale semidistrutta è attraversata da propaggini naturali a voler dire che la rinascita è insita nella natura. Quando si è trattato di dover lavorare su temi epocali come l’Apocalisse, Calizza ha realizzato un dittico Adamo Rossi ed Eva Bianchi: partendo dal titolo, i cognomi sono tali da contestualizzare la tematica nella quotidianità della vita; parlando delle due raffigurazioni, in ognuna c’è un teschio con mele morse e arachidi. Ma perché arachidi e mele morse? Le prime appartengono al suo vissuto in Senegal e si riferiscono al fatto che l’involucro nasconde i semi quindi c’è una stratificazione di logiche e allusioni, le seconde ricordano il peccato originale. Ma le mele morse compaiono in molte delle sue tele con un significato diverso: il torsolo che rimane è l’immagine più diretta per visualizzare una condizione di rosicchiamento nella società.
I colori utilizzati nelle opere dell’artista e le sue invenzioni sono decisamente pop, Calizza è un pop surrealista a tutti gli effetti. Alessandro vive e lavora a San Lorenzo, dove si trova anche la Mondo Bizzarro Gallery; San Lorenzo è un quartiere ricco di artisti e gallerie, il suo progetto è di creare un portale in cui si possano ritrovare tutti gli artisti, le gallerie e gli spazi espositivi del quartiere. A dicembre è tornato dalla sua residenza in Francia a Les Ateliers du Plessix-Madeuc a Corseul, vicino Dinan. Nella sua biografia pubblicata sul catalogo di Carne Fresca c’è scritto: “Nato nello stesso anno di Ken Il Guerriero e del primo cinepanettone della storia, Alessandro Calizza vive e lavora a Roma.” Alessandro porta l’ironia di questa frase con sé anche nelle sue opere. La mostra è in collaborazione con Romana Telai di Fausto Cantagalli.
Fino al 5 giugno; Mondo Bizzarro Gallery, via degli Equi 18/A, Roma; info: www.mondobizzarrogallery.com