Al Camusac l’arte è di casa

Cassino

Tra i più interessanti spazi dedicati alla conservazione e alla promozione dell’arte contemporanea, inaugurati nella scorsa stagione, figura sicuramente il Camusac, il museo di arte contemporanea di Cassino. La struttura, che nasce da una riqualificazione degli edifici industriali della Longo spa, ha la funzione di rendere visibile al pubblico la preziosa collezione di arte contemporanea appartenente alla famiglia Longo. Proprio in questi giorni la giovane istituzione, sotto la direzione artistica di Bruno Corà, festeggia i suoi primi sei mesi di apertura presentando al pubblico tre diverse mostre. Nucleo centrale del nuovo allestimento è senz’altro la collezione permanente nella quale le nuove acquisizioni, i lavori di Carlo Rea, Karpüseeler, Nevio Mengacci e Bruno Marcucci, si affiancano a più di duecento opere di artisti diversissimi, tra i quali Louise Bourgeois, Pedro Cabrita Reis, Enrico Castellani, Rebecca Horn, Sol Lewitt, Julian Opie, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani.

All’interno del padiglione centrale del museo, insieme alle opere della collezione permanente, è ospitata la mostra temporanea Caos Vacilla, personale di Hidetoshi Nagasawa, l’artista di origini giapponesi trasferitosi stabilmente in Italia nel 1967. In occasione della mostra, curata da Bruno Corà, Nagasawa propone «sculture dal forte investimento spaziale», di grandi dimensioni e «realizzate con differenti materiali: dal marmo rosso Luana con cui egli ha concepito il Paravento, al ferro di Interferenza (di dieci metri di lunghezza), alle travi in legno di rovere di Ombra di Melissa, ai blocchi di marmo con il ferro di Groviglio di quanto e infine al ferro del Pozzo nel cielo».
I lavori esposti, molti dei quali realizzati appositamente per la mostra, evocano subito nella mente dello spettatore tutte le componenti fondamentali della ricerca scultorea di Nagasawa: la sua spiccata attitudine a dialogare con l’ambiente e con l’architettura, la costante sensibilità nei confronti del mondo naturale e vegetale ma soprattutto l’esposizione di una fisicità paradossale nel suo tentativo di contrastare le leggi della gravità.

Il terzo evento espositivo che inaugura questa nuova stagione del Camusac è la mostra personale di Brunella Longo. Imusmis 2 è composta da «dodici delle numerose opere che negli ultimi anni Longo ha realizzato viaggiando in differenti paesi, in cui la sola contaminazione sembra essere quella suscitata dalla propria presenza e dalla individuale proiezione psico-onirica su di essi». Il lavoro esposto, evoluzione di un lungo progetto iniziato nel 2011, si basa sulla rielaborazione digitale di fotografie analogiche e stampe lambda. L’artista infatti «esibisce un repertorio di immagini in cui una base fotografica, costituita da paesaggi esotici e di lande desertiche ove solo poche presenze naturali abitano quei luoghi in cui alcuni suoi autoritratti – in verità sotto ermetici indumenti – si coniugano con abili dissolvenze in essi».

Fino al 28 settembre; Camusac, via Casilina Nord 1, Cassino
Info: http://www.camusac.com