Art Zaire alla galleria Minini

Milano

Inaugurata alla galleria Francesca Minini la mostra a cura di Antonio Grulli, Air Zaire: un progetto che vede in dialogo due artisti di provenienza bolognese Flavio Favelli e Paolo Chiasera. Zaire è stato il nome dell’attuale Repubblica democratica del Congo per poco più di una ventina d’anni nel secolo scorso. Quel nome ha perso oggi ogni tipo di funzione pratica, ma viene riutilizzato come titolo della mostra, ulteriormente declinato nella versione sorpassata della compagnia aerea del paese poiché, come spesso accade nel lavoro di Flavio Favelli, le opere e i titoli da lui scelti, si riferiscono a suggestioni tratte dal suo passato personale, capaci talvolta di coincidere con i ricordi di molti. Per questo progetto inoltre l’artista ripensa completamente gli spazi della galleria, intervenendo sia attraverso installazioni e opere a parete, sia attraverso la creazione di sculture che diventano al tempo stesso le fonti luminose della mostra.

«Due sono i punti di partenza da cui abbiamo iniziato a lavorare su Air Zaire – spiega Antonio Grulli – […] il primo rappresenta la relazione tra le opere di Flavio Favelli e la parola scritta». Ci sono tante parole nelle opere di Favelli, appaiono continuamente, soprattutto negli ultimi anni. La parola, all’interno dei suoi lavori è solitamente singola o in accostamenti sempre limitati e il risultato finale è molto simile alle esperienze della poesia visiva o della poesia concreta. L’altra modalità di utilizzo delle parole è attraverso la creazione di testi più o meno lunghi di riflessione critica e intellettuale sull’arte e il suo sistema, così come testi che entrano in relazione con le opere o le mostre diventandone parte integrante quando non fondamentale. «Il secondo punto di partenza è invece stato una mostra che ho scoperto circa un annetto fa, aggirandomi per librerie di usato, di cui ho trovato il bellissimo catalogo: La metafisica del quotidiano, organizzata nel 1978 dall’allora direttore della Gam di Bologna Franco Solmi».

L’esposizione diventa allora un’ottima chiave di lettura anche del lavoro di un artista come Paolo Chiasera. La coppia di lavori presentati rientra nella serie di Exhibition Painting a cui Chiasera ha lavorato negli ultimi anni. Il grande dipinto Our lifestyle is not up for Negotiation che ritrae una mostra curata da Antonio Grulli assieme allo stesso Chiasera e il secondo lavoro, Choreography of Species: Rosa Tannenzapfen che invece raffigura – in tredici piccole tele dall’aspetto profondamente morandiano – una speciale patata che si sovrappone formalmente e a livello simbolico alla figura mitologica della Grande Madre, adorata sin da epoca preistorica in tutta Europa e non solo.

Fino al 3 maggio
galleria Francesca Minini
Via Massimiano 25, Milano
Info: www.francescaminini.it 

 

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