Un secolo e un anno

Fino a domenica 9 marzo, i visitatori dell’Armory show potranno percorrere gli spazi della sedicesima edizione della fiera con le sue oltre duecento gallerie. Nella location in riva al fiume Hudson, la fiera presenta una sezione dedicata esclusivamente all’arte contemporanea e una all’arte moderna e al contemporaneo storico (rispettivamente, il Pier 94 e Pier 92, dai nomi delle banchine in cui sono collocate). Anche quest’anno la fiera riconferma il suo carattere fortemente internazionale, con 29 paesi presenti. Molte sono le gallerie asiatiche e da aree emergenti dell’arte contemporanea quali il Brasile. Forti rimangono in ogni caso le presenze europee e statunitensi, con nomi di rilievo quali David Zwirner, Lehman Maupin, Thaddaeus Ropac ma anche assenti celebri, tra cui Gagosian gallery.

Numerose le gallerie italiane che partecipano: dalle presenze più consolidate quali Massimo De Carlo e Galleria Continua, a new entries come galleria Lia Rumma. Fra le dieci presenze italiane totali sembra esservi un equilibrio fra internazionalismo e focus sull’Italia. Monica De Cardenas, Galleria Continua, e Lorcan O’Neill portano in primo piano opere di artisti stranieri, da Ai Weiwei ad Alex Katz, passando per Kiki Smith e Tracey Emin. Mazzoleni arte e Galleria d’arte Maggiore presentano invece pietre miliari della storia dell’arte italiana quali Giorgio De Chirico, Piero Manzoni, Enrico Castellani. Un dialogo visivo fra realtà nazionali ed estere è invece proposto da Cardi Black Box, che espone Lucio Fontana assieme a Scott Short e Andy Warhol, e Lia Rumma, che affianca Ettore Spalletti e Gilberto Zorio ad artisti quali William Kentridge e Thomas Ruff.

Tradizionale della fiera è la sezione a carattere geografico Armory Focus, quest’anno dedicata alla Cina e curata da Philippe Tinari, direttore del Ullens Center for Contemporary art di Pechino. Le sedici gallerie e quattro istituzioni non-profit selezionate per questa sezione presentano una varietà di artisti che rispecchia l’evoluzione del panorama artistico cinese dalla metà degli anni Settanta ad oggi. Per la prima volta quest’anno in concomitanza con Armory Focus è inoltre presentato il China Symposium, serie di conversazioni incentrate sull’arte contemporanea cinese ed i suoi attori principali.

Ulteriore sezione della fiera è Armory Presents, in cui gallerie selezionate presentano progetti di singoli artisti o collaborazioni a due. Fra le gallerie invitate spiccano Ani Molnar gallery da Budapest e Athr Gallery da Jeddah, prime presenze rispettivamente ungheresi e saudite all’Armory. Inoltre, il Pier 92 presenta quest’anno Venus Drawn Out, mostra di disegni di artiste donne selezionati dalle gallerie presenti alla fiera.

Infine, molti sono gli ulteriori eventi di questa settimana newyorkese per gli appassionati di arte contemporanea. Per la prima volta, l’Armory viene presentata in concomitanza con la Whitney Museum Biennal, rassegna curatoriale di spicco dell’arte statunitense. Fino alla fine della settima, inoltre, l’Armory effect sarà in pieno vigore per tutta la città. Oltre alla storica Art Dealer Association Art Show, fiera attiva da oltre un quarto di secolo, numerose sono infatti le fiere satellite che in questi giorni costellano la Grande Mela. Fra queste è Volta New York, fiera esclusivamente con gallerie su invito, la Fountain art fair, che espone gallerie emergenti e realtà indipendenti, e Scope, fiera che si presenta come progetto curatoriale.

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