Sinfonia a Bombay

«Questa storia fu pubblicata per la prima volta sulle pagine della mia rivista più amata, Alter Alter. Era il 1983, e allora non avevo compiuto venticinque anni. Per me a quei tempi un racconto era un viaggio nelle culture orientali, latitudini che ricostruivo, immaginavo, in parte, e filtravo attraverso il fumetto». Parole del cagliaritano Igor Tuveri (Igort), classe 1958, all’esordio ventiquattro anni dopo su Linus e fondatore del collettivo Valvoline – vero e proprio sovvertitore delle regole del fumetto d’avventura classico – che pubblica per Coconino press (casa editrice della quale è direttore editoriale) e Fandango libri la riedizione speciale di Sinfonia a Bombay (88 pagine, 24 euro) . Si tratta di una deliziosa spy story orientale anni Quaranta rivisitata in chiave attuale, un’opera a colori che oscilla tra fascino dell’esotico e rigorose geometrie (secondo lo stile, appunto, del già citato gruppo Valvoline).

Una sorta di sogno narrativo coltivato per tre decadi da Igort – «per trent’anni ho atteso di ripubblicare questa storia, di renderla leggibile, stampata come si deve, credendo che fosse ancora una piccola cosa buona che avevo fatto», rammenta oggi l’autore – punto di riferimento del fumetto, che in qualche modo, attraverso questo volume, si confronta con il giovane autore d’avanguardia che è stato. Per la prima volta in volume deluxe a colori, interamente rivista con nuove pagine, una nuova introduzione e documenti inediti, la graphic novel di Igort presenta al lettore un racconto di destini incrociati a Bombay.

La vicenda prende il via con la morte di Hiro Oolong, storico personaggio di Igort e Daniele Brolli, ex lottatore di sumo, inquieto protagonista del precedente romanzo a fumetti Goodbye Baobab (datato 1982 e scritto a quattro mani con Daniele Brolli). Quindi la scena migra in India. Il giovane Helios viene convocato dalle sacre madri del tempio di Orissa che gli affidano un compito assai arduo: recarsi a Bombay per ritrovare le tracce di una consorella svanita nel nulla. La strada di Helios si incrocerà con quella di una bizzarra coppia, formata dal ricco mercante Othmar Babula e dalla splendida e misteriosa Aparna Tagore, ballerina tenuta segregata, perdutamente innamorata del fantasma del noto ballerino Nijinsky. Nel suo lavoro Igort miscela con sapienza generi letterari e cinematografici che spaziano dal romanzo d’avventura al dramma psicologico fino ai lungometraggi classici di Hollywood (leggi bianco e nero). Tra i suoi artisti preferiti l’autore cita Franco Battiato, attraverso un brano – L’era del cinghiale bianco – che si sposa alla perfezione con un’avvincente storia in bilico tra oriente e occidente, tra disciplina ed eccentricità.

Info: www.coconinopress.it

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