Schermi delle mie brame

Il televisore, un simbolo che dalla nascita ai giorni nostri nel bene o nel male si è ritagliato un ruolo da protagonista nel quotidiano, una parte integrante della nostra immagine di vita. A questo strumento, che compie i sessant’anni di attività in Italia, è dedicata un’intera mostra nata da una singolare e inedita raccolta privata creata da una coppia di collezionisti torinesi nel corso di un’appassionata ricerca a partire dagli anni Ottanta. La Triennale di Milano ospita fino al 23 marzo, la mostra Schermi delle mie brame, il televisore che diviene soggetto e oggetto nelle opere d’arte, un’iniziativa curata da Ivana Mulatero e Francesco Poli e organizzata dall’associazione Artegiovane Milano in collaborazione con la Triennale di Milano.

L’esposizione annovera 70 opere tra dipinti, fotografie, disegni, video e piccole installazioni realizzate da alcuni protagonisti dell’arte contemporanea internazionale, quali Nam June Paik, Tony Oursler, Joe Tilson, Marcel Dzama, Euan Macdonald, William Klein, Kocheisen+Hullmann e Steven Meek a cui si aggiungono gli esponenti dell’arte italiana, a cominciare dalle mitiche tele emulsionate da Mario Schifano, datate sul finire degli anni Sessanta, in cui la presenza filmica e televisiva glamourizza gli scontri in piazza del maggio francese. Risalendo la china degli anni si raccolgono varianti sul tema della scatola catodica offerte da Ugo Nespolo, Salvo, Aldo Mondino, Fausto Gilberti, Marco Nereo Rotelli, Flavio Favelli, Mario Schifano, Marzia Migliora o Gabriele Picco, fino a includere giovani emergenti come Andrea Facco, Maria Domenica Rapicavoli e molti altri. Molte opere in collezione raffigurano il televisore come soggetto e oggetto di riti personali e collettivi, accanto a vedute d’interni che lasciano il passo ad ambientazioni di chiara documentazione sociologica sull’uso dello strumento televisivo e altre volte replicano in chiave parodistica la trasmissione della finzione.

Fino al 23 marzo; La Triennale di Milano, viale Alemagna 6, Milano; info: www.triennale.it

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