Roma: Belle arti, quale futuro?

Roma

Dall’emergenza allo sviluppo. Questo il tema del rapporto presentato stamane dal nuovo direttivo dell’accademia di Belle arti di Roma, rappresentato dal presidente Roberto Grossi e dalla direttrice Tiziana D’Acchille. L’incontro ha visto anche la partecipazione dell’assessore alla Cultura Flavia Barca. Il bilancio previsto per l’anno in corso contiene dati non molto incoraggianti: è emerso infatti che i costi complessivi è di oltre 3 milioni di euro, con un contributo da parte del Miur del 3% , mentre l’entrata economica principale è rappresentata dal contributo studentesco che rappresenta circa il 25%. «Non siamo un’azienda – afferma Grossi – e i contributi sono insufficienti se si contano anche le emergenze strutturali come la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli ambienti, per non parlare dello sviluppo di una formazione adeguata per fornire maggiori servizi alla didattica e il miglioramento dei servizi».

La domanda di formazione, in realtà, è molto alta soprattutto da parte di studenti stranieri (in particolare cinesi) ma non si hanno le strutture adeguate e spazi sufficienti per accogliere gli stessi, nonostante il comune di Roma abbia assegnato all’accademia l’area dell’ex mattatoio di Testaccio al Campo boario. Assegnazione che riguarda l’80% dell’area stessa ma che, allo stato attuale delle cose e dopo circa dieci anni, verte in uno stato di abbandono e degrado: i padiglioni assegnati e restaurati risultano oggi essere, infatti, solo due. L’ampliamento degli spazi è indispensabile per il conseguimento degli obiettivi didattico-culturali che l’accademia si è prefissata. Lo scopo quello di portare a termine il progetto Residenze d’artista nella prospettiva di un’internazionalizzazione dell’accademia e di un ritorno d’immagine per la città di Roma come polo d’attrazione per artisti e studenti. «È necessario rafforzare questo segmento culturale della produzione creativa per sviluppare nuovi talenti. Il tema delle residenze è importante e soprattutto simbolico affinché i giovani artisti possano esprimere tutta la loro creatività», sostiene l’assessore, che sottolinea l’assenza di una rete tra l’accademia di Roma e quelle internazionali ma, allo stesso tempo, «una piena sintonia» con il nuovo management nel voler coniugare la tradizione dell’accademia alla sua contemporaneità.

«L’incontro di oggi è utile – ha dichiarato la direttrice Tiziana D’Acchille per ricominciare il tutto dall’inizio: affrontare le emergenze, potenziare le ricchezze che abbiamo, come i nostri studenti, mettere in pratica il piano di rilancio che permetterà all’accademia di tornare a essere la struttura principale del mondo culturale di Roma e uno dei centri più prestigiosi del mondo». Si sta parlando, infatti, di quella famosa accademia, nata sul finire del XVI secolo che ha visto, nel corso dei secoli, il susseguirsi di numerosi artisti ­– tra docenti e allievi – come Piranesi, Bernini, Sartorio, Guttuso, Mafai, Kounellis o Pascali e che oggi sta chiedendo, a gran voce, ausilio alle istituzioni. «L’accademia deve essere un volano di sviluppo, un trampolino di lancio per l’inserimento nel mondo del lavoro – continua il presidente Grossi – una città come Roma non può fare a meno di tornare a investire sulla propria storia e sulla bellezza per rinnovare il valore della propria contemporaneità».

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