Agrigento solidale

Ci sono luoghi, spazi, circostanze che possono diventare teatro di inaspettati incontri. A come arte, a come accoglienza, è il nome e la mission di una nobile iniziativa promossa dall’associazione Aquarinto, ente capofila per la provincia di Agrigento dei progetti Sprar (sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati politici). Ed ecco che il 6 febbraio nella cornice delle fabbriche Chiaramontane di Agrigento, terra cara al Pirandello che parlò di quell’ uno, di quel nessuno e di quei centomila, oltre cinquanta migranti da Ghambia, Eritrea, Nigeria, Mali e Somalia, ospiti da qualche mese dei centri ai accoglienza di Agrigento, Villaseta e Porto Empedocle, hanno visitato la mostra di un altro noto Pirandello, il figlio pittore per l’esattezza, dal titolo Fausto Pirandello, il tempo della guerra 1939-1945. L’integrazione dei profughi è un processo lento, coaudiuvarlo con la conoscenza della storia, delle immagini, del pensiero del luogo in cui essi si trovano improvvisamente catapultati, è una corretta via per evitare i devastanti effetti del multiculturalismo à la carte. Integrare attraverso una formazione e un’educazione sul contesto circostante consente allo straniero di sentirsi meno estraneo, ravvicinando culture altrimenti destinate all’incomunicabilità.

Le opere di Fausto Pirandello in mostra fino al prossimo 23 febbraio, solcano con lucidità espressiva il cuore del Novecento, facendosi icone di temi, realtà, problemi, gusti di quella società italiana imprigionata tra le due guerre, fatta di gente comune, passioni, paure, drammi e desideri. Le opere esposte sono oltre sessanta, tra le pitture, provenienti da istituzioni, musei e gelose collezioni private romane, milanesi e siciliane, e un nutrito gruppo di opere su carta (sanguigne, pastelli, acquarelli), per lo più inedite, provenienti dalla collezione degli eredi di Antonio Pirandello, uno dei due figli dell’artista. Era il 1936 quando morì Luigi Pirandello, il figlio lavora ininterrottamente dialogando con Braque, con l’arte della erusca, tenendo a mente la metafisica dechirichiana, ripercorrendo i suoi anni passati a Parigi agli esordi. Il dolore sofferto si tramuterà in un feroce espressionismo pittorico, tra realtà e ossessiva allucinazione. L’artista dopo la frequente e rilevante attività espositiva (alla Biennale di Venezia, in particolare, e alla Quadriennale di Roma) che ne ha contrassegnato tutta l’esistenza, e dopo il tempestivo riconoscimento dell’ampia antologica che, subito dopo la morte, gli ha destinato la Galleria nazionale d’arte moderna (1976), è stata di recente rivalorizzata da importanti studi che hanno tra l’altro condotto alla pubblicazione del catalogo generale (Electa, a cura di Claudia Gian Ferrari, 2009) e ad una mostra incentrata sugli anni della sua prima maturità allestita dalla Galleria Nazionale di Roma (2010).

Attraverso l’associazione Fausto Pirandello promossa dagli eredi Dora, Fausto e Silvio Pirandello, le Fabbriche Chiaramontane di Agrigento hanno deciso di promuovere sul territorio questa complessa mostra incentrata sul tempo della seconda guerra mondiale, momento difficilissimo per la storia d’Italia ma la tempo stesso di grande produzione per l’artista. Parallelamente a Roma presso il Complesso del Vittoriano, all’interno della mostra Cezanne e gli artisti del 900, una vasta sezione dedicata ai nudi riporta gran prate della produzione di Fausto Pirandello sul tema, con opere di impianto cubista con influenze di numerosi stili. Info: FAM, Fabbriche Chiaramontane, Agrigento, Piazza San Francesco 1, Info: www.associazionefaustopirandello.it

 

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