Nere ossessioni

Ambienti bui, misteriosi, scorci notturni di città anonime, indecifrabili volti e interni di locali jazz. Con poche pennellate di luce Pietro Finelli ricrea le atmosfere cupe e affascinanti del cinema noir degli anni ’40 e ’50, in una mostra ospitata alla galleria Monopoli di Milano, fino al 15 marzo. Una dark obsession che nella storia dell’arte ha accomunato tanti artisti, da Caravaggio a Goya, a Burri e che è in questo caso declinata nel linguaggio cinematografico, in un’immagine filmica che si trasforma, grazie alla pittura, in un’opera unica e originale. In esposizione opere pittoriche e fotografie recenti, che portano avanti e approfondiscono la ricerca dell’autore, in quelle che sono le premesse costitutive del fare pittorico.

Finelli è un artista che ama principalmente scandagliare il buio, per questo nella sua pittura, esplora il nero cupo, ottenuto per velature e passaggi di colore a olio, lucentezza e opacità, segrete tonalità cromatiche troppo oscure e sedimentate per rivelarsi. Quel nero che per lui, prima che una dimensione estetica: «è una disciplina interiorizzata del fare, la ricerca di una via di fuga verso il profondo, il viaggio di un cieco che parte dal lavoro delle mani». Un’oscurità lasciata in primo piano che solamente sullo sfondo dona la luce. Una serie di opere in cui bisogna accettare la sfida di perdersi nel nero iniziale per giungere al folgore dei personaggi e delle scene ritratte.

Le immagini sono costruite per singoli fotogrammi, inquadrature che esplicitamente citano la figurazione elegante, asciutta e inquieta dei film noir degli anni ’40, da Finelli attentamente studiati: una scuola dello sguardo, per un artista in bianco e nero, sedotto dall’eleganza del delitto, dall’indizio e dall’elusione dell’azione, dal tradimento delle forme, dalle visioni che sfuggono al senso definitivo e costruiscono ipotesi di figure. Ma al di là dell’esplicito riferimento all’immaginario cinematografico, i suoi quadri portano anche i segni indiscutibili di una fascinazione barocca, attratti da fondali di tenebre in cui i corpi si fondono.

Fino al 15 marzo; galleria Monopoli, via Ventura 6, Milano; info: www.galleriamonopoli.com

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