Après Edward Hopper

Si chiama Gustav Deutsch, il regista austriaco, mentre il suo film, al Trieste film festival fino al 22 gennaio, Shirley, vision of reality. La pellicola è una delle più interessanti di tutta la manifestazione e sicuro lo è per noi. Il punto di partenza dell’opera è infatti Edward Hopper, le sue tele, le sue composizioni, i suoi colori. Sono tredici quadri che il regista prende in prestito dallo statunitense per ambientare la sua storia di un’attrice fallita, Da cape code a New York, passando per Parigi gli sfondi rimangono sempre gli stessi, quelli forse di uno dei più grandi (e inflazionati, diciamolo. Vedi Richard Tuschman ) pittori del Novecento. Intanto il trailer

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