Tra arte e architettura

L’inglese Vivien Lovell è un’attiva curatrice per le arti visive e direttrice, oltre che ideatrice, dell’organizzazione Modus operandi: un catalizzatore creativo e mediatore di committenze e collaborazioni tra arte e architettura in grado di produrre strategie culturali ed opere d’arte temporanee e permanenti per lo spazio pubblico. La Lovell giunge in questi giorni nella capitale ed è la protagonista della conferenza che si tiene oggi (15 gennaio alle ore 18) alla British School at Rome nell’ambito del ciclo Meeting architecture curato da Marina Engel. L’incontro, presentato e mediato dal critico Ludovico Pratesi, intende focalizzare l’attenzione sui reciproci nessi che intercorrono tra l’arte contemporanea e l’architettura, due ambiti da sempre strettamente connessi per il loro indagare le relazioni tra l’uomo e lo spazio che occupa. Durante la conferenza si prenderanno in considerazione esempi concreti di integrazione e collaborazione tra arte e architettura: le simbiotiche opere d’arte di Olafur Eliasson, gli spettacolari esempi di land art portati avanti da Christo & Jeanne-Claude, la collaborazione di Anish Kapoor con l’architetto Amanda Levete che insieme hanno progettato a Napoli una stazione da 100 milioni di euro che allude all’Origine del mondo portandosi dietro le solite polemiche del caso, il lavoro di Herzog & de Meuron che, in collaborazione con Ai Weiwei, hanno firmato il padiglione della Serpentine gallery di Londra del 2012.

A Roma Vivien Loven porta la sua testimonianza come protagonista nell’ambito della sfera dell’arte pubblica, dopo aver intrapreso studi di storia dell’arte ha infatti speso gli ultimi venticinque anni della sua vita a soddisfare differenti clienti (tra cui l’università, le autorità locali e le agenzie governative, trasporti e industria, settore sanitario, enti per lo sviluppo, e per l’ambiente, edilizia) producendo lavori permanenti e temporanei e progetti di impegno pubblico. È, inoltre, membro onorario del Riba (Royal institute of British architect) e presidente della facoltà di Belle arti della British School at Rome; il 18 febbraio terrà una conferenza al Royal College of Art di Londra, ente partner dell’iniziativa. Altrettanto imperdibile il prossimo appuntamento del ciclo che vede salire in cattedra il regista israeliano Amos Gitai che il 4 marzo incontrerà il pubblico alla British School e, nelle sere successive del 5 e 6 marzo, presenterà alcuni suoi film all’Accademia di Francia a Roma.

The British School at Rome, via Gramsci 61, Roma. Info: www.bsr.ac.uk

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