Raffaello approda sotto la Mole

Torino

Dipinta probabilmente intorno al 1506, dopo l’arrivo a Firenze di Raffaello, l’opera è stata identificata con uno dei due «quadri di Nostra Donna» che Giorgio Vasari segnala tra quelli realizzati per Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino. L’opera dipinta da uno dei protagonisti del Rinascimento in Italia, il cui perfetto equilibrio di forme, proporzioni, prospettiva e colori ha sempre sollecitato artisti e letterati, come ben testimonia un passo dello scrittore francese Honoré de Balzac: «Ogni figura è un mondo, un ritratto il cui modello apparve in una visione sublime, intriso di luce, designato da una voce interiore, tracciato da un dito celeste» (1832). L’opportunità di vedere a Torino questo dipinto nasce da un più ampio programma di collaborazione tra le due istituzioni museali che ha avuto un primo episodio di grande successo con la mostra Il collezionista di meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky.  Mentre il dipinto di Raffaello sarà a Torino, un’altra grande opera del Rinascimento italiano, il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina appartenente alle raccolte di palazzo Madama è esposto a San Pietroburgo, in uno scambio finalizzato a sottolineare i rapporti di collaborazione culturale e scientifica tra le due istituzioni.