Il consiglio è sempre lo stesso, ad Art Basel bisogna andarci! La versione invernale della fiera, accolta in Florida a Miami Beach, vede in questi giorni il decollo dell’atteso susseguirsi di inaugurazioni e eventi mondani che, dal 5 all’8 dicembre, avrà come protagonisti artisti e gallerie da tutto il mondo. Con sembianze e dimensioni analoghe a quelle del Miami Boat Show, la croisette dell’Art Basel Miami richiama altrettante celebrità e un folto pubblico di facoltosi ed amatori, in cerca della migliore arte contemporanea sul mercato. Attenzione però alle modalità d’approccio all’acquisto, seppur tra le opere esposte ce n’è davvero per tutti i gusti, dall’arte moderna alla contemporanea, con qualche accenno persino al classico, a guidare le scelte dovranno esser più parametri. Per meglio destreggiarsi nel denso marasma fieristico, il cui calendario, per chi si trovasse in Florida, con poche nozioni di inglese è facilmente consultabile al sito https://www.artbasel.com/en/Miami-Beach/About-the-Show/Calendar, che indica puntualmente luoghi e appuntamenti. Ricapitoliamo qui un decalogo di consigli su come affrontare insidie e tentazioni di una Miami quanto mai piena di sollecitazioni.
Tanto da dilettanti quanto da esperti, il primo consiglio è quello di trovare il tempo per oltrepassare le porte del Convention center di Miami Beach. Un esilarante susseguirsi di gallerie (più di duecento), dove la qualità artistica delle opere esposte è veramente il minimo comune denominatore. Alcuni lavori, inoltre sono presentati come fuori le mura del centro congressi, una sorta di Festival Off dell’arte contemporanea. Il parafiera contamina soprattutto il quartiere Art Deco di Miami Beach, anch’esso meritevole di una visita. Sul mare, da non perdere Untitled, che alla sua seconda edizione, vede una dominante latinoamericana in un confronto tra giganti e giovanissimi. Marina Abramovic è stata la protagonista della vernice di apertura. Da vedere il padiglione di Scope Miami Beach con vista sull’oceano. La splendida location sarà la cornice della performance del duo Tegan & Sara, e la soundtrack di DJ Cassidy.
Inutile ribadire come l’investimento in opere d’arte, specie se di arte contemporanea, rappresenti per il pubblico di fiere prestigiose come Art Basel, un modo relativamente semplice di investire, visto il prezzo notevolmente inferiore di quest’ultime rispetto a quelle degli artisti dei periodi antecedenti. L’investimento medio del collezionista ad Art Basel Miami può oscillare dai 5mila euro fino a superare il mezzo milione di euro. Tuttavia l’investimento in opere d’arte contemporanea permette un tasso di guadagno molto più elevato nel lungo termine, rispetto alle opere d’arte di altri periodi storici. Per muoversi senza rischi eccessivi, occorre però una buona conoscenza del mercato dell’arte e la comprensione delle principali correnti artistiche. Il rischio comune cui si va incontro in una fiera dispersiva come Art Basel, è infatti quello di trovare opere cui non corrispondano una serie di peculiarità legate ad esempio alle dinamiche del mercato e alla qualità stessa delle opere. I parametri di valutazioni non si basano solo sugli stili artistici, ma dipendono spesso dalla produzione di un determinato artista nell’arco della sua vita, cosa non sempre prevedibile quando gli artisti sono giovani anagraficamente e l’acquirente è inesperto.
Per coloro che sono pressoché digiuni di arte contemporanea, bisogna ricordarsi di chiedersi come o perché di fronte a ogni opera, cercando di eliminare il criterio puramente estetico dal proprio approccio. Pur essendo altrettanto dispersiva, Art Basel non è Ikea! Attenzione alle provocazioni, ce ne saranno moltissime, diffidare dalle più didascaliche.
Girando per i vari stand il consiglio è quello di studiare e provare a razionalizzare un ordine di priorità sulla mappa, ad esempio si può iniziare con le prestigiose gallerie connazionali: Artiaco, Continua, De Carlo, Magazzino, Francesca Minini, Franco Noero, Lia Rumma, Christian Stein, T293, Zero, per provare da subito a fare un confronto che le corrispettive altrettanto prestigiose americane: da Paula Cooper Gallery a Eigen + Art, da Gagosian a Gladstone, da Marian Goodman ad Hauser & Wirth, da Dominique Lévy a Matthew Marks, da Pace a Perrotin, da Thaddaeus Ropac a Sprüth Magers, da White Cube a David Zwirner, per concludere con le ultime gallerie entrate ad Art Basel, tra cui Elizabeth Dee, Corbett vs. Dempsey, 47 Canal, Bureau e Real Fine Arts. Un percorso a sé quello dedicato alle gallerie asiatiche, ove fondamentale è la presa, ancor più scrupolosa, di informazioni attendibili sui singoli artisti, il cui mercato è diverso dall’occidentale e rischia d’esser più insidioso, tra le proposte meritano quelle di Tang Contemporary Art, One and J. Gallery, Singapore Tyler Print Institute.
Per chi dopo la prima mezza giornata di full immersion nelle gallerie si sentisse affaticato dalla complessità della comprensione delle opere esposte e avesse la nostalgia del già richiamato approccio Ikea, il consiglio è quello di dirigersi al Miami Design, dove si trova tutto il meglio per l’arredo e basta avere un po’ di buon gusto e molti soldi per non fallire negli acquisti! Da evitare Erastudio Apartement, Rossana Orlandi, Antonella Villanova, case di design italiane che più comodamente si potranno visitare al Salone del Mobile di Milano con costi di spedizioni sicuramente inferiori. Un plauso per Nada Art Fair (New Art Dealers Alliance), sezione dedicata alla scena emergente, dove ci si potrà improvvisare scouting professionisti; dall’Italia attenzione a non cadere nel banco di Frutta, le cui giovani promesse potrebbero deludere. Al Midtown Miami complex, nel celebre Wynwood Arts District, Art Miami si ripete, inneggiando anche all’arte moderna, il cui mercato, specie per gli europei in preda alla crisi risulta essere il più sicuro. Quest’anno una certa affezione alle quote rosa, sposta l’attenzione al collezionismo e all’arte al femminile, pretesto per dibattiti ed incontri in gonna. Per chi avesse ancora energie da spendere, e scarpe comode a prova di maratona, nei 50mila metri quadri vicini all’Art Miami c’è il Context, un’area ibrida dedicata ad artisti emergenti o poco più, fortemente consigliata ai veri intenditori.