Tanti auguri Verdi

Il bicentenario verdiano è alle battute finali. Una ricca messe di appuntamenti esplora il genio di Busseto, nelle prospettive più varie. Milano, città vicina al musicista, organizza una mostra alla Gam (Galleria di arte moderna), Giuseppe Verdi e le arti, a cura di Paola Zatti, un viaggio nelle opere verdiane attraverso gli elementi che compongono uno spettacolo per teatro in musica: dipinti, sculture, bozzetti, da collezioni private e pubbliche. L’opera lirica è prodotto corale e, oltre ai librettisti, le messinscene di Verdi reclutavano artisti in voga, spesso amici, come Domenico Morelli, Francesco Hayez, Vincenzo Gemito e Giovanni Boldini. La mostra ritrae una feconda temperie culturale. Emerge la passione di Verdi per il collezionismo. I ritratti di Hayez evocano i salotti milanesi, luoghi di scambi tra letterati e musicisti. Basti pensare all’amicizia tra Verdi e Manzoni. Una sezione della mostra resta permanente. Un finanziamento dalla presidenza del Consiglio dei ministri consente di organizzare percorsi verdiani per le scuole e di restaurare una sale della villa Reale. In concomitanza con la Traviata alla Scala, nelle gallerie d’Italia, a palazzo Anguissola Antona Traversi, dal 7 dicembre, un’occasione unica per gli appassionati: saranno esposte alcune pagine della partitura autografa, messe a disposizione dall’archivio storico Ricordi, tra cui i fogli con l’aria Amami Alfredo, a dimostrazione che le composizioni di un gran maestro d’opera sono anche uno spettacolo da vedere.

Verdi trionfò nei teatri del tempo mentre l’Italia unita era agli albori, con arie e cori il popolo italiano scopriva di amare la sua identità. Dove egli si trovasse, dove si rappresentasse una sua opera, erano accese manifestazioni e deliri di patriottismo. Verdi onorò il suo corrispondente letterario: nel 1874, a un anno dalla morte di Alessandro Manzoni, che si era impegnato per esaltare i valori risorgimentali di giustizia e libertà, compose e diresse, per Milano, una Messa da Requiem. Il bicentenario è un’occasione per approfondire gli studi sull’800, come dimostra il ciclo di incontri, a cura della Delegazioni del Fai (Fondo ambiente italiano) di Roma, L’800: il secolo del cambiamento in cui eminenti intellettuali raccontano il secolo Romantico in cui è nato il concetto di nazione italiana.

Il compositore, negli anni giovanili, ha un movimento interiore verso forme musicali nuove, come nell’opera Ernani, che ha aperto la stagione del teatro dell’Opera di Roma: un debutto sospirato, perché i dipendenti minacciavano uno sciopero, contro il rischio di commissariamento del teatro, che avrebbe annullato ogni replica della partitura diretta dal maestro Muti. La temuta perdita di questa offerta culturale d’eccellenza ha convinto l’amministrazione capitolina, che ha promesso di sbloccare entro la fine del mese le risorse, mentre la prossima tranche arriverà a dicembre. «Si tratta dell’inizio di un percorso, ora con i sindacati apriremo un tavolo», dice Flavia Barca, assessore alla Cultura. L’intesa tra Campidoglio e sindacati sul Teatro dell’Opera è arrivata alla fine di una riunione fiume a cui ha partecipato anche il sindaco di Roma Ignazio Marino.

Ancora in nome dell’incontro tra le arti presso Mic (Museo interattivo del cinema) è in programma, fino al 7 dicembre, Gli anni Verdi, percorso interattivo, curato dalla fondazione Cineteca Italiana, in cui vengono proiettati La signora delle camelie (1921), dal dramma di Dumas, che ispirò la Traviata, interpretato dal mito Rodolfo Valentino. A concludere un recital di arie verdiane. Sarà poi la volta di film dal sapore risorgimentale: Senso di Luchino Visconti e Noi credevamo di Mario Martone. Infine la proiezione del raro filmato dei funerali di Verdi, in cui più di 100mila persone seguirono il feretro, girato nel 1901 da Italo Pacchioni, e del Bacio di Tosca, documentario girato nella casa di riposo per musicisti Giuseppe Verdi di Milano, istituzione voluta e finanziata dal musicista nel 1896 per ospitare anziani cantanti.