Fotografare l’anima

Fino al 18 gennaio la galleria Paola Meliga di Torino ospita Petit royame: Mustang-Nepal, fotografie di un viaggio d’autore in piccolo formato esposizione fotografica di Edoardo Miola che riunisce una ventina di immagini rappresentanti principalmente ritratti, ma anche panorami, del territorio del Mustang. «Mi piace incontrare le persone durante il mio cammino, ascoltarle, anche solo a gesti, interagire con loro, scherzare e ridere. Magicamente in quel momento mi viene offerto il loro sguardo, la loro anima. Trovo che non ci sia nulla di più bello che portarla con me, gelosamente custodita nella mia macchina fotografica. Sono sincronismi, scambi, che rendono il mio lavoro assolutamente a me irrinunciabile». Con queste parole Miola spiega il suo lavoro, e davvero guardando le sue fotografie si ha la sensazione di entrare in un intimo contatto con un mondo antico e lontano, attraverso una comunicazione autentica tra anime affini, alla scoperta di terre sconfinate e senza tempo.

Il piccolo formato delle stampe e il color seppia predominante contribuiscono a conferire ai ritratti l’aspetto di fotografie antiche, appartenenti a un passato immaginario più che a un realistico presente, mentre la cromia è riservata ai panorami, distese di terra e roccia scolpite dal perfetto lavoro della natura o dell’uomo, e caratterizzate dall’assenza di ogni disarmonia, eternamente fisse nell’equilibrio di ogni forma. La fotografia, in questo caso, rende semplice e accessibile un dialogo altrimenti complesso tra gli uomini e le donne di un arretrato e affascinante Nepal, e un resto del mondo tecnologicamente avanzato seppur, spesso, lontano dalla poesia. Esponente della straight photography, fotografia diretta, Miola non utilizza alcun supplemento tecnico ma vuole riprodurre la realtà in maniera obiettiva, alla ricerca di uno scatto puro e realistico, non alterato da ausili esterni. Si tratta di un metodo nato nella prima metà del Novecento negli Stati Uniti in risposta al pittorialismo che prevedeva, al contrario, l’utilizzo di tecniche e processi che rendevano l’immagine più simile a un disegno.

La natura documentaria e realistica della fotografia di Miola è confermata, inoltre, dall’importanza attribuita al viaggio, un concetto che attraversa l’intera mostra e al quale è assegnata una valenza terapeutica. Si parte dai numerosi spostamenti intrapresi dall’artista, questa volta nel Mustang, territorio rimasto ufficialmente chiuso per molti anni e ancora oggi visitabile solo a tempo limitato, fino al viaggio ideale delle persone fotografate la cui immagine attraversa il mondo, per arrivare a quello culturale del pubblico che osserva le fotografie e attraverso esse è accompagnato alla scoperta di nuovi territori. Qualunque sia il percorso, il viaggio è sempre occasione d’incontro, incentivo al contatto con altri esseri umani e, attraverso questo, motivo di accrescimento personale. Fotografia, realtà, e magia del viaggio si fondono, quindi, nel lavoro di Miola dando vita a un’affascinante occasione di crescita, senz’altro unica e imperdibile.

Fino al 18 gennaio; galleria Paola Meliga, via Maria Vittoria 46, Torino; info: www.paolameliga.it