Se la prospettiva è una nuvola

Sergio Gioberto (1952) e Marilena Noro (1961) sono i protagonisti della mostra fotografica in scena fino al 30 novembre alla galleria Alberto Peola a Torino. Una collaborazione ormai consolidata che, sfruttando le possibilità della fotografia digitale e della postproduzione, da vita a lavori a metà tra prospettiva rinascimentale e immagini dal sapore surreale. Si tratta di un percorso, iniziato con la precedente mostra Sguardi ad Occidente, volto a esplorare le opposizioni dialettiche dell’immagine sulla base degli scritti di Hubert Damish: L’origine della prospettiva e Teoria della nuvola. La rappresentazione dello spazio, resa rigorosa da una prospettiva rigida e dalla solidità di materiali e forme degli edifici raffigurati, trova insieme opposizione e completamento nella struttura libera della nuvola, che sfugge alle logiche prospettiche, dando vita a un contrasto poetico e visionario.

La presenza dell’umano è bandita da questo dialogo tra forme, naturale e artificiale si incontrano in una dimensione irreale che lascia spazio all’immaginazione. In questo contesto la luce si fa rigida e scenografica e contribuisce a infondere un gusto teatrale alle immagini, intensificandone la forza onirica. Questo il modo in cui la coppia da corpo a un personale pensiero filosofico che così esprime: «La prospettiva lineare, inventata nella prima metà del quattrocento, dotata di un unico punto di vista e di un unico punto di fuga, disegna uno spazio immobile delineato in modo gerarchico. Essa è, di fatto, una struttura escludente che può comprendere solo le cose che possono essere misurate, che occupano un luogo e il cui contorno è definito da linee. Non può prendere in considerazione la piena complessità dell’esperienza visuale. Ma la rappresentazione geometrica dello spazio, con tutto il suo rigore, genera la nuvola come segno, con la sua alterità, la sua incommensurabilità, la sua indeterminatezza emotiva, antitesi e bilanciamento della costruzione lineare. L’una ha bisogno dell’altra, direttamente interagiscono in una opposizione carica di significato. La nube è il grado zero dei limiti della pittura geometrica dove essa incontra il cielo».

Il cemento si accosta alla natura, tra sfondati prospettici e ambientazioni surreali, tra immagini dal sapore quasi pittorico e un segno dichiaratamente digitale, e l’esplorazione va verso la ricerca di una connessione tra la schematicità della costruzione umana e la morbidezza della natura, tra la regola e il caso e anche, tramite questo, fra la visione di immagini severamente prospettiche legate al passato e l’utilizzo di mezzi tecnologici tipici del presente.

Fino al 30 novembre; galleria Alberto Peola, via della Rocca 29, Torino; info: www.albertopeola.com