«Le strutture portanti hanno resistito ma sarà necessario rifare tutto il tetto. L’importante ora è far partire i lavori al più presto per evitare infiltrazioni di acqua nel museo e salvaguardare un patrimonio straordinario». Sono state queste le prime dichiarazioni di Edoardo Guenzani, sindaco di Gallarate, pronunciate nove mesi fa, il 14 febbraio 2013, quando un improvviso incendio ha distrutto le sale del Maga, il museo d’arte contemporanea della cittadina in provincia di Varese nato nel 1966. Un lungo pomeriggio che la direttrice Emma Zanella ricorda ancora vividamente per quelle alte fiamme che, partite dal tetto dove alcuni operai erano al lavoro per turare una falla, hanno rischiato di far scomparire in poco tempo un’intera collezione accumulata negli anni: più di 5.000 opere tra dipinti, sculture, installazioni, libri d’artista, fotografie, oggetti di design e opere di grafica. Le opere erano state fortunatamente portate in salvo in tempo dai dipendenti, dagli operatori e dai volontari che fin da subito si erano adoperati per non perdere del tutto un punto di riferimento culturale per l’intero territorio. «Da quel pomeriggio – dichiara la direttrice – le condizioni di lavoro sono radicalmente cambiate, dal punto di vista logistico e soprattutto da quello progettuale. Ricoverata nei depositi la collezione, saltata la programmazione, avvolti nelle maglie delle indagini processuali e delle questioni assicurative, abbiamo voluto dare un immediato segnale di presenza e di continuità, per non cedere alla casualità e dimostrare che la collezione, le idee e le persone rendono il museo ben vivo e reale al di là della sede provvisoriamente ferita. I mesi successivi sono stati dunque dedicati a promuovere e sostenere un nuovo museo diffuso, mettendo in atto una serie di iniziative come il mantenimento delle attività culturali ed espositive, spostate in molte sedi disponibili cittadine e regionali», precisa la Zanella.
Dopo meno di un anno da quella dolorosa giornata, il museo ha riaperto al pubblico: un’intera ala espositiva della sede è stata bonificata e riallestita per ospitare fino al 22 dicembre la collettiva With a little help from my friends, realizzata grazie al generoso contributo di molti artisti che hanno donato un’opera che poi verrà data a chi devolve una sottoscrizione per il recupero del museo. Oltre 200 lavori che presentano uno spaccato poliedrico della ricerca artistica contemporanea, «delle inquietudini, delle speranze, delle visioni ironiche, poetiche, malinconiche, sovversive degli artisti, veicolate attraverso linguaggi autonomi e non codificabili in generi o tendenze», conclude la direttrice. Una tempestiva rete, messa in atto da istituzioni e privati, ha permesso di raccogliere i fondi necessari per i lavori di ristrutturazione: 150mila euro sono arrivati subito dal comune, 250mila dalla fondazione Cariplo e 150mila dalla regione. L’assicurazione del museo ha coperto e rimborsato i restauri e le parziali diminuzioni di valore delle opere, per circa 100mila euro complessivi. Ma ad oggi ancora mancano dei fondi per completare il risanamento della parte retrostante del museo che è quella che è stata maggiormente colpita. «Fra il rogo del febbraio 2013 e la ripartenza – dichiara Sebastiano Nicosia, assessore alla Cultura del comune di Gallarate – l’amministrazione comunale ha dovuto misurarsi con doverosi quanto impegnativi passaggi, ma alla luce delle difficoltà che questo percorso ha presentato il tempo di recupero può essere considerato eccezionale». Anche per Giacomo Buonanno, presidente della fondazione galleria d’arte moderna e contemporanea Silvio Zanella che gestisce il Maga, elemento imprescindibile per la celere riapertura è stato il non perdersi d’animo e la fiducia nelle proprie capacità organizzative: «Nonostante le difficoltà legate all’assenza di una sede propria, la fondazione ha proseguito tutte le attività delocalizzandole: la collezione è stata presentata prima in Triennale a Milano e poi in Villa Reale a Monza; la didattica è stata portata nelle scuole e negli spazi messi a disposizione da altre associazioni culturali della città di Gallarate e nei comuni limitrofi; la conservazione delle opere ha trovato nei vecchi locali della galleria d’arte moderna lo spazio per poter superare tutte le conseguenze dell’incendio».