Ricordando la Belle époque

La Belle époque rivive all’interno della galleria Botteganica attraverso una mostra dedicata proprio a questo periodo storico, culturale e artistico. Importanti artisti italiani, quali Giovanni Boldini, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Antonio Mancini, Pompeo Mariani e altri, raccontano questo periodo di benessere e di agio, che coinvolge la tratta temporale che dalla guerra franco-prussiana e la grande depressione del 1873-1895 giunge al confine della prima guerra mondiale o la grande Guerra. Sono cinquanta le opere esposte, dipinti e disegni all’altezza di rendere unico questo progetto firmato da Enzo Savoia e Stefano Bosi. L’atto dell’artista del diciannovesimo secolo è testimone di un epoca da ricordare, La belle epoque, termine usato per caratterizzare il periodo di grande benessere precedente alla prima guerra mondiale, da contrapporre al periodo successivo. Grazie alle invenzioni e ai progressi scientifici e tecnologici, mai così veloci come in questo momento, ci furono grandissimi benefici che aumentarono di livello lo stile di vita della popolazione. A garantire questi sviluppi fu la comparsa dell’illuminazione elettrica, della radio, dell’automobile oltre alle rappresentazioni cinematografiche, la pastorizzazione e il vaccino per la tubercolosi.

É così che le grandi capitali europee come Parigi, Londra, Vienna, Italia, ovvero a Milano e Torino, furono sede di grandi mutamenti riguardanti il costume, l’approccio espositivo, oltre a essere nido di nuovi fenomeni sociali come il caffè concerto, l’afflusso ai grandi magazzini, l’abitudine delle gite al mare, o la partecipazione a gare sportive, la visione delle corse automobilistiche e l’esuberanza del volare in aereo.

Un percorso che ci mostra gli intimi momenti di relax dei membri di questa società privilegiata, i suoi rituali legati alla quotidianità, le serate di svago, le feste, le gite al mare, le promenades, i rendez-vous, il corteggiare dei corpi dipinti nell’eleganza dell’abito e delle pose, sennonché i vizi di quegli stessi che segnano il passaggio alla modernità. L’emblema della felicità, un dovere da sperimentare e perseverare, pare sia l’immagine della donna intesa come femme fatale, colta nella sua eccentricità e trepidazione d’essere in costante disequilibrio tra il narcisismo e lo sfarzo. Son proprio gli autori selezionati che si pongono a collante tra la vita artistica italiana e quella parigina, dove comunque questa epoca fece sentire di più il suo corso. Tra le opere in mostra si ricordano Nudo di donna con calze nere, la Lettera mattutina, Donna in riposo di Giovanni Boldini, poeta dell’estetica femminile e protagonista di primo piano della Belle Epoque parigina; una delle creature eroiche dal fascino lascivo di Vittorio Matteo Corcos, in L’abito elegante; lavoro di sera, un dipinto di Ulisse Caputo che si sofferma su un tavolino illuminano sul quale una donna sceglie delle stoffe.

Fino al 21 dicembre; galleria Bottegantica, via Manzoni 45, Milano; Info: www.bottegantica.com