Intervista con Pelizzer

Si è conclusa la XIII edizione del cinema d’essai organizzata da Fice. Il festival, per la quinta volta a Mantova, ha seguito la consueta formula di anteprime con trailer di film d’autore. Seicento professionisti del settore e tre giorni di approfondimenti e discussioni con ospiti del rango di Giuseppe Tornatore e Umberto Pasolini. Molti i titoli presentati toccando realtà di nicchia e commerciali come Bolero film con Tango libre di Frédéric Fonteyen, Teodora e Un castello in Italia di Valeria Bruni Tedeschi, Venere in Pelliccia di Roman Polanski e anche Una piccola impresa meridionale di e con Rocco Papaleo. Tutti lungometraggi e un unico cortometraggio, Respiro, del giovane Claudio Pelizzer, presentato dalla Mantova film commission. Il regista trentaduenne è autore di reportage sullo stesso festival del cinema d’essai di Mantova, Segni d’Infanzia e il festival Europeo del teatro di scena urbano. La protagonista, Vanessa Scalera, attrice romana, è conosciuta soprattutto per i suoi ruoli in Vincere e La bella addormentata di Marco Bellocchio; ha inoltre collaborato con altri registi per serie televisive, come Squadra antimafia Palermo oggi. Nel corto veste i panni di una donna tormentata dall’amore per il suo amante, interpretato da Marco Casazza. Ambientato in un’epoca indefinita, l’atmosfera scenica è sublimata da Pellizer con una travolgente escalation di emozioni in cui ogni scelta dei personaggi ha influenza sulle esistenze altrui. Abbiamo intervistato il regista di Respito per capire bene di cosa parliamo

Come nasce Respiro?

«La sceneggiatura è il risultato di sei mesi di duro lavoro. Nasce dalla voglia di comunicare attraverso immagini un semplice concetto che purtroppo ogni giorno dimentichiamo: quanto possa incidere ogni singola azione fatta o subita; come un semplice sorriso o uno sguardo possano ritrovare grande significato».

Unico corto del festival, un onore ma anche una responsabilità

«Direi un’ottima occasione che la Fice mi ha dato. Presentare la prima visione ufficiale all’interno di questo importantissimo festival che ha visto la presenza del premio oscar  Tornatore, Francesco Scianna, Jasmine Trinca, Giovanni Battiston, Rocco Papaleo e i rappresentati delle più importanti case di produzione e distribuzione del cinema italiano e internazionale, è stato un grande inizio per la vita di questo cortometraggio, che spero possa respirare a lungo».

Con chi ha collaborato?

«In tema di collaborazione posso ritenermi davvero fortunato, a cominciare dalla protagonista femminile Vanessa Scalera, il direttore della fotografia Mario D’Anna, davvero un instancabile professionista. Il suo lavoro ha giocato un ruolo fondamentale. Per i service e il montaggio la rinnovata collaborazione con la Filmaker degli insuperabili fratelli Piccioli. Mentre le musiche, composte appositamente per il cortometraggio, sono di Giacomo Loprieno, grande maestro dell’orchestra di Massa Carrara, arrangiatore per Renga, Morgan, Pooh, Mario Biondi. Il trucco, realizzato con professionalità dalla truccatrice ufficiale dell’Arena di Verona Alice Bonetti e dalla sua bravissima assistente Julie Pearcy. Che dire poi dei costumi, un grazie particolare a Gastone Renica e Luciana Papa. I gioielli, Giampietro Gonzato. Infine voglio ricordare il sincero e prezioso sostegno della Mantova film commission, senza il quale non sarebbe stato possibile tutto ciò. Da non dimenticare le mie insostituibili ed inseparabili assistenti Elena Fusaro e Giulia Bressanelli. Respiro è davvero il frutto di un lavoro di squadra, una grande squadra».

Il corto è carico di emozioni, positive e negative. Che peso hanno nella vita?

«Direi che ogni singolo momento della nostra vita sia carico di emozioni, credo che il segreto stia nell’ascoltarle. Se solo ci fosse meno fretta, meno velocità, bisognerebbe fare un grande respiro e prendersi un momento per ascoltare davvero ciò che ci sta accadendo intorno».

Lo staff, gli attori, tutto liscio come l’olio?

«Per questo cortometraggio mi sono voluto circondare non solo di grandi professionisti ma di grandi persone. Questo ha fatto si che i tre giorni di riprese e i successivi venti di post produzioni siano stati davvero magici».

Quale sarà il futuro di Respiro?

«Spero con tutto il cuore che possa superare la durissima selezione del Sundance festival diretto da Robert Redford; in ogni caso posso ritenermi soddisfatto del grande lavoro compiuto».

Altri progetti?

«Ora sto curando la regia di un videoclip musicale. Le riprese si sono svolte tra l’Italia e la Svizzera e a breve sarà ultimata anche la post produzione, una nuova avventura sempre al fianco del capacissimo videomaker Mattia Benetti, un Creativo con “c” maiuscola, che ha curato la color correction di Respiro. In cantiere c’è anche un lungometraggio ma per il momento è ancora tutto top secret».

 

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