Robin Seir in Lost in reflection

Alla Nam project si può ammirare il lavoro di Robin Seir (Svezia, 1986) in Lost in reflection, la mostra personale a lui dedicata. Poetico e delicato, ma al contempo audace e d’impatto, l’artista trasporta i visitatori a volte in un atmosfera da favola altra volte nell’oscuro invisibile spazio di noi stessi. Dalla personalità pittorica multi sfaccettata, Seir carica le sue opere di elementi materici differenti, quali acrilico, la vernice spray e l’aerosol. L’unicità del suo stile lo conduce a sperimentare praticamente varie tendenze, armonizzandole; da espressioni del post moderno e dei monocromi modernisti al surrealismo astratto. Lungo il percorso espositivo, altamente suggestivo, in una danza di rimandi e di attrazioni lo spettatore da una parte viene attratto dalle opere, dall’altra prova un senso di allontanamento. «C’è una dualità nel lavoro di Robin Seir, molto chiaro nel The madrig speaks, the panther walks ma presente forse più sottilmente altrove. In un classico atto di dialettica, l’arte di Seir imposta gli opposti uno contro l’altro – scrivono sul testo critico Keran James and Michael Keenan – e utilizza le loro contraddizioni per trarre le proprie conclusioni».

L’osservatore è così calato in una dimensione sovraumana che non ha il potere di controllare. L’artista vive a Londra dal 2008. Studia al Chelsea college of art and design. Ha esposto I suoi lavori in varie parti del mondo quali Regno Unito ma anche a Copenhagen, San Paolo, Berlino e in Croazia; nel 2010-2011Seir ha preso parte ad esposizioni all’interno del The Victoria & Albert museum. Ora come ora è iscritto al Master degree della Royal academy schools di Londra.

Fino al 20 ottobre, Nam project, via Privata Giovanni Ventura 6, Milano; info: www.namproject.com

 

 

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