La più importante manifestazione cinematografica elvetica approda a Roma anche quest’anno, come da copione. Il festival del film di Locarno, giunto alla sua 66esima edizione, viene riproposto in pillole a piazza Vittorio per la tredicesima volta, come evento conclusivo dell’arena di Notti di cinema a piazza Vittorio. Le principali caratteristiche che il pubblico sembra apprezzare anche nell’iniziativa italiana sono il contributo artistico di nomi illustri del cinema e la promozione e scoperta di giovani talenti.
Sei i film in programma fino a domenica sera, quattro stranieri e due italiani, per conferire all’evento un’impronta nazionale. Forse non sarà lo stesso schermo della piazza Grande di Locarno, considerato uno dei più grandi d’Europa (26 metri di lunghezza e 14 di altezza), ma quello che proietta i film della la rassegna Locarno a Roma sembra offrire sempre molte soddisfazioni a cinefili romani e non. Realizzata dall’Anec Lazio, con il sostegno dell’assessorato alla cultura, creatività e promozione artistica del comune, in collaborazione con la direzione generale per il cinema del ministero per i Beni e le attività culturali, e con il patrocinio dell’ambasciata di Svizzera, la rassegna permette di degustare in anteprima qualche prelibatezza cinematografica direttamente dalla kermesse svizzera. Rigorosamente in lingua originale con i sottotitoli, i film, come ha affermato Olmo Giovannini, delegato alla presidenza del festival di Locarno, sono tutti molto differenti tra loro per stile e tematiche. Ad aprire la serie di proiezioni La variabile umana, il lungometraggio noir di Bruno Oliviero, con Silvio Orlando nel ruolo di un ispettore di polizia, costretto a trovarsi faccia a faccia con se stesso, in bilico tra un passato difficile e un presente ancora più ostile. A impreziosire la lista di film, due pellicole in concorso nella sezione principale del festival, Tableau noir, del regista svizzero Yves Yersin, film documentario sull’apprendimento infantile e, direttamente dalla Corea del Sud, Uri Sunhi di Sang Soo Hong, che mette in scena la tematica dell’identità. Tanto per non smentire l’attenzione degli organizzatori all’eterogeneità del pubblico che ogni anno prende parte all’iniziativa romana, sono state scelte due commedie, una inglese e l’altra americana, al fine di alleggerire l’atmosfera pre-settembrina: About Time di Richard Curtis (il regista di Love actually) e Come ti spaccio la famiglia di Rawson Marshall Thurber, con la partecipazione di Jennifer Aniston. A chiudere Le notti di cinema di piazza Vittorio, il film Sangue, scritto, diretto e interpretato dal regista Pippo Delbuono, che si è aggiudicato a Locarno il premio Don Quijote, sfortunatamente unico traguardo segnato dall’Italia in territorio svizzero. Particolarmente audace nella sua progettazione, il documentario in questione è stato sulla bocca di tutti durante il festival per le molte critiche positive ricevute, ma anche per le polemiche che ha sollevato, legate in primo luogo alla partecipazione dell’ex capo delle Brigate rosse Giovanni Senzani in veste di protagonista. Al termine della proiezione, sarà anche possibile confrontarsi con il regista, che presenzierà in sala e incontrerà il pubblico, rispondendo ai quesiti che gli verranno posti.
Ce n’è davvero per tutti, e, in attesa dell’ancora lontano festival del cinema di Roma, non resta che godersi lo spettacolo, per non correre il rischio di perdersi qualcosa di prezioso, destinato a scomparire tra gli scarti del mercato delle multisale.