Diafane passioni

Firenze

Una mostra di oltre centocinquanta pezzi, che unisce i tesori fiorentini ad esemplari provenienti dai più importanti musei stranieri, e ad altri avori mai visti prima, custoditi in collezioni private, dà vita a un nuovo spettacolare capitolo della storia dell’arte: un capitolo mai studiato prima, soprattutto nel suo aspetto internazionale, così peculiare del collezionismo mediceo. La mostra si articola in varie sezioni che percorrono l’arte dell’avorio dal ‘400, quando catturò l’attenzione di Lorenzo il Magnifico, al maturo rinascimento, fino all’esplosione del barocco con opere di quegli artisti fiamminghi e con opere di Leonhard Kern, François Duquesnoy e Georg Petel che operarono a lungo in Italia e portarono ai massimi livelli l’arte della scultura in avorio. Non mancha una sezione dedicata alla produzione degli avori di Goa, regione nell’ovest dell’India, e delle altre colonie orientali, portoghesi e spagnole, destinate ad incrementare il collezionismo in Europa. La sezione denominata Geometria virtuosa raccoglie gli avori torniti, esempi spettacolari della gara tra i più importanti tornitori tedeschi nel creare in avorio le figure più complicate, piccoli miracoli di virtuosismo tecnico che univano simbologia a numerologia, geometria e filosofia. L’inventore di questo tipo di oggetto da gabinetto delle curiosità è stato, alla fine del ‘500, proprio un italiano, Giovanni Ambrogio Maggiore, al servizio delle corti tedesche. la motra è a cura di Eike D. Schmidt e Maria Sframeli.