Attenzione, non buttare

Una mostra con una genesi da libro cuore. Potrebbe essere il sogno di molti artisti e curatori, poiché quanto accaduto al figlio del fotografo Eric Swayne, Tom, ha dell’incredibile. Alla scomparsa del padre, avvenuta nel 2007, l’uomo rinviene nello studio una scatola con su scritto “Non buttare”. Quattro anni dopo il figlio, mosso da legittima curiosità, la apre e stenta a capacitarsi di quanto si trova davanti: una magnifica collezione di fotografie inedite legate alla Londra degli anni Sessanta. Per essere più precisi, il rimando è agli Swinging sixties, periodo di grande fermento artistico e culturale con protagonisti gente del calibro di Beatles e Rolling Stones. «Papà mi parlava di quando Keith Richards lo passava a prenderle in limousine per fare un po’ di spese», ricorda Tom, la cui scoperta è diventata la mostra The Stones and their scene, in esposizione alla Proud gallery di Chelsea, a Londra, fino al 28 luglio.

«Gli Stones? All’epoca erano un gruppo di giovani che amava divertirsi. Nessuno di loro aveva la benché minima cognizione di quanto sarebbero cresciuti», precisa Tom Swayne. Era il 1964 quando Mick Jagger e soci si facevano immortalare nello pose più spontanee possibili. Basta immaginare alla fotografia che ritrae Jagger mentre scherza con l’allora fidanzata, la modella Chrissie Shrimpton, nell’abitazione del fotografo, oppure quando divertito indossa una pelliccia. Tra gli scatti memorabili anche un giovanissimo Keith Richards e una ancor più giovane Mary Quant – celebre stilista inglese nota per aver dato i natali alla minigonna – ma anche Pattie Boyd, la ex moglie del Beatles George Harrison (che in quegli anni era fidanzata proprio con Swayne), Anita Pallenberg (fidanzata di Brian Jones e in seguito madre dei figli di Keith Richards), Jane Birkin e Catherine Deneuve, attrici di respiro internazionale.

Ma tornando al protagonista di The Stones and their scene, chi era Eric Swayne? Nato da una modesta famiglia nella Londra est, giovanissimo decide di seguire le orme paterne arruolandosi in polizia. Allontanato perché aveva modificato la sua uniforme in stile mod, trova lavoro in un bar a Soho, dove conosce alcuni fotografi già affermati. Questi lo spingono a comprarsi la prima macchina fotografica (aveva 29 anni), un acquisto decisamente premonitore. «Mio padre ebbe il suo momento, e quel momento passò. Sapevamo che era stato fotografo negli anni Sessanta, ma non ne parlava molto, e io ero più interessato al calcio», riprende Tom, e con quel pizzico di incredulità (che tutt’ora non lo abbandona) aggiunge: «Quando ero piccolo, negli anni Settanta, papà lavorava nella pubblicità e nella moda. Non avevamo idea di quanto fosse stato coinvolto nella scena musicale». Mentre oggi una vaga idea c’è.

Fino al 28 luglio; Proud gallery, John Adam street, Chelsea; info: proudonline.co.uk

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