Il senso tragico di Kounellis

Nel 1969, alla galleria l’Attico di Roma, Jannis Kounellis realizza un’installazione in cui dodici cavalli vivi legati al muro vengono presentati come fossero quadri o sculture. In questa famosa esposizione porta il concetto di verità artistica alle estreme conseguenze, genera un nuovo linguaggio, utilizza un vocabolario inedito che da quel momento accompagnerà tutta la sua carriera. Le opere di Kounellis tornano oggi protagoniste nella mostra organizzata alla galleria Giacomo Guidi di Roma. Sotto la cura di Bruno Corà, l’artista originario del Pireo sonda ancora una volta gli aspetti drammatici dell’esistenza, riporta alla memoria i drammi della storia dell’umanità mettendo al centro dell’esperienza artistica l’interazione spaziale e visiva dello spettatore. Kounellis sottolinea il suo forte rapporto con l’arte antica, quel senso tragico che traspare dai suoi lavori è in profondo dialogo con i capolavori di Masaccio e di Caravaggio: la sofferenza del volto di Cristo, l’agonia di un santo nell’atto del martirio costituiscono il preambolo del lavoro del creativo. Travi di ferro, sacchi di carbone, lamiere, lame affilate di coltelli sospesi in aria, i materiali utilizzati dall’artista provengono da elementi che fanno parte del reale, ma quello di Kounellis non è un ready-made riconducibile alla pratica dadaista, gli elementi che utilizza costruiscono un idioma inedito, edificano una poetica che possiede degli intensi tratti lirici.

Nelle parole di Corà che descrivono l’intervento alla galleria Giacomo Guidi, vi è l’intento di voler congiungere il lavoro di Kounellis a una certa classicità di matrice ellenica. Secondo il curatore, l’alto recinto di lamiere che delimita il perimetro dell’ambiente più ampio della galleria ricorda il teatro greco, la drammaticità dei coreuti che commentavano la vicenda rappresentata e interagivano con l’attore. «A me interessa affermare la libertà della tragedia, perché il dramma rappresenta una condizione borghese, mentre la tragedia ha ragione divine e motivazioni storiche immense». Con queste parole l’artista afferma la volontà di rendere l’esperienza tragica sacra e degna di essere narrata, la tragedia diviene protagonista indiscussa della poetica del maestro greco.

Kounellis torna a Roma, sua città d’elezione, dopo un importante soggiorno newyorkese, nella galleria Cheim & Read di Manhattan l’artista ha presentato una serie di opere che hanno fornito un panorama ampio del linguaggio materico utilizzato nei suoi lavori. Antichità ed elementi industriali, Kounellis coniuga nei suoi interventi la storia e il presente dell’Europa, un continente che ha vissuto profonde ferite ma che trae dalla sua memoria l’estetica fondante della contemporaneità.

 

Fino al 12 settembre; Giacomo Guidi arte contemporanea, corso Vittorio Emanuele II 282, Roma; info: www.giacomoguidi.it