Laura Bulian gallery accoglie la mostra La mia Mosca personale del fotografo Igor Mukhin, uno dei più importanti autori russi contemporanei che espone nelle sale un progetto dedicato alla sua città natale, Mosca, nella quale ancor oggi vive. La mostra trae origine da una lunga ricerca confluita in un libro dall’omonimo titolo: La mia Mosca. Fotografie scattate dal 1985 al 2010 edito Thames & Hudson che raccoglie scatti già presentati in occasione del festival della fotografia Europea 2012 a Reggio Emilia.
I suoi scatti, tutti in bianco e nero con stampa ai sali d’argento, catturano scene di vita metropolitana di un paese in rapida trasformazione, documentando attraverso poetiche istantanee, l’era post-sovietica e concentrandosi in particolare sui fenomeni della sottocultura giovanile. Nelle sue immagini i ragazzi sono i protagonisti indiscussi di scene di vita quotidiana, come di momenti di partecipazione pubblica. Con un approccio inizialmente documentaristico, Mukhin ritrae una generazione che ha assistito al passaggio dal comunismo al capitalismo e che appare divisa tra l’entusiasmo per un futuro insondabile e la nostalgia di un passato irrimediabilmente perduto tra le icone di un nuovo corso e le polverose reliquie del passato. Mukhin, testimone di questa generazione, ha dato vita a uno spaccato unico sulla gioventù, il suo sguardo non appare mai precostruito, scontato o banale ma sempre privo di riferimenti ideologici, di condanne o denunce, per riflettere un senso di inquietudine contemporanea.
La mia Mosca è il naturale seguito del progetto precedente, significativamente intitolato È difficile essere giovani che prova a guardare e restituire una realtà e una società così complessa e in trasformazione. Una trasformazione raccontata con i segni del passato che già sono altro, dove ora la dimensione documentaristica appare del tutto superata dalla visione poetica: “Ci sono – come spiega Elio Grazioni nel testo Comunità in trasformazione – i forti contrasti tra ex comunismo e neo capitalismo, i nostalgici del regime sovietico, quelli del nazismo e quelli del misticismo; ci sono i comportamenti giovanili punk e quelli più naïf dei ritrovi e delle feste; c’è il lavoro e il tempo libero; c’è la strada e ci sono i locali; c’è la trasgressione e c’è il conformismo; ma tutto ha un’aria non convenzionale, tutto appare comune e al tempo stesso inconsueto, mai drammatico, ma piuttosto irrisolto”.
Fino al 6 luglio; Laura Bulian gallery, via Montevideo 11, Milano; info: www.laurabuliangallery.com