Signori, il salone del libro

Torino è una città metafisica diceva De Chirico, Torino è una città folle scriveva Nietzche. Torino è una città ambigua storicamente che fonde una forte vocazione culturale a un paesaggio e un’idea industriale. Il Salone del libro ogni anno a maggio consacra questa unione montando la fiera al Lingotto. La location, infatti, si richiama alla storia operaia del capoluogo, restaurata da Renzo Piano per accogliere ogni sorta d’evento, in origine, la struttura era uno dei principali stabilimenti della Fiat. Entrare nella fiera internazionale del libro quindi, significa accettare e respirare questa fusione postmoderna fra alto e basso. Sarà anche per questo che l’evento è oramai giunto alla sua ventiseiesima edizione e si riconferma come una della fiere più visitate d’Europa.

Parte oggi la manifestazione, inaugurata dal neoministro Massimo Bray, che quest’anno accoglie come paese ospitante il Cile e per la prima volta sono presenti stand di nazioni come la Cina (imprescindibile dopo la vittorai del nobel, discusso, di Mo Yan) e la Corea del sud. A rimarcare la sua vocazione internazionale al fiera ospita importanti presenze estere quali, giusto per citarne alcuni, David Grossman, Javer Cercas e Luis Sepulveda. Anche il fronte nazionale è ben coperto e rappresentato da Eugenio Scalfari, Umberto Eco e Salvatore Settis. Non manca quest’anno, oramai un classico, la politica con Prodi, Renzi e Veltroni. Tutto per questa edizione è unito sotto il tema della creatività che permette di unire discipline anche distanti fra loro come l’architettura (Daniel Liebiskind) e la fisica (Luciano Maiani).

E poi le novità come il settore dedicato ai libri di cucina e alla gastronomia con Cookbook che conferma quanto questo campo sia in forte ascesa. Importante spazio di dibattito viene dato anche al tema degli ebook con un convegno che si interroga sulla natura stessa del libro e come questa sia cambiata da un punto di vista non solo fisico. Per dire, è cresciuto  del +78,5% il numero di titoli digitali proposti mensilmente, tra febbraio di un anno fa e questo. Nel 2011 c’erano 0,59 titoli di ebook ogni lettore, oggi ce ne sono 2,43. Il mercato dei libri italiani in versione digitale rappresenta il segmento più dinamico dell’industria editoriale con uno sviluppo della produzione che ha portato in Italia in due anni e mezzo alla disponibilità di 60.589 titoli (esclusi quelli gratuiti, dato di maggio 2013) che sono l’8,3% dei titoli commercialmente vivi (a maggio 2011 erano 15.339). Era praticamente impossibile non farne almeno cenno.

A tutto questo vanno aggiunti i libri e i loro editori, dai piccoli ai grandi alle major che presentano in anteprima titoli o tirano fuori dal magazzino qualche vecchio successo. Sono loro i veri soldati della lotta contro la crisi del mercato editoriale che si è abbattuta da anni in Italia e che comincia a sollevare qualche sospetto sul fatto che sia esclusivamente una crisi di ordine economico e non una povertà di tipo intellettuale,sia dei lettori (in calo, a dar retta ai dati,da sempre) e sia delle proposte che non riescono ad affermarsi sul mercato.

Impossibile stillare una lista degli eventi, dei convegni e dei dibattiti che animano la fiera. Qui, in ogni caso trovate le pagine del calendario eventi, qui, invece, Wired ha selezionato gli imperdibili divisi per giorni da Paolo Benvegnù fino Gianni Riotta autore del recente il Web ci rende liberi? Lo scopo, a prescindere da tutto, è stare insieme a persone che condividono una stessa passione, scoprire qualche nuovo aurore e perché no divertirsi alle feste notturne che organizzano le case editrici come quelle della Minimum fax.

Fino al 20 maggio; Lingotto fiere, Torino; info: www.salonelibro.it

 

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