Se la storia incontra l’arte

La stessa storia, è il titolo profetico della neo inaugurata mostra negli spazi del Macro di via Nizza, che vede per la prima volta in un museo italiano, la presenza dell’artista americano Sam Durant. Classe 1961, da anni protagonista del contemporary world, vive e lavora a Los Angeles; tra le partecipazioni a importanti manifestazioni internazionali d’arte contemporanea, si segnalano: Documenta (13) (Kassel, 2012), XIV biennale internazionale di scultura di Carrara (2010), biennale di Venezia (2003). Durant dagli anni 2000 a oggi ha avuto numerosi occasioni per farsi aprrezzare parlando, con toni fortemente demagogici, di storia, di politica, di società e di socialità. I suoi ultimi lavori ambiscono a ricostruire, abitudine tipicamente americana, un passaggio di storia, questa volta però, non nazionale, bensì italiana; in particolare l’artista, si dedica alle vicende del movimento anarchico attivo in Italia alla fine del XIX secolo.

Con l’installazione Propaganda of the deed, viene fornita una modesta lezioncina di ripasso a quanti avessero scordato fatti e persone di una dimenticata pagina di storia. Il pubblico attraversa una serie di busti marmorei commemorativi, affiancati da contenitori di esplosivi che riportano citazioni autobiografiche di quegli anarchici di fine ‘800. L’artista propone una sorta di racconto trasversale della vita del territorio di Carrara e del suo sfruttamento, dove tra i tanti prepotenti vincitori, si predilige narrar le più umili gesta dei vinti, cercando di riscrivere ricordi cancellati o rimossi. In mostra anche disegni di grandi dimensioni legati alla storia americana, realizzati tra il 2001 e il 2004, come Bobby Seale, Co-founder of the Black Panther Party for Self-Defense, Standing On Our Head, Standing Upside Down e Upside Down Flag with Cattle.

Seppur inedito, il progetto Model for Proposal for a Public Fountain (2013) – un modello in scala dell’opera in marmo nero accompagnato da disegni – in cui l’artista indaga la storia contemporanea del nostro paese tramite immagini riprese dalla stampa che documentano le violente rivolte avvenute durante i cortei a Roma nel 2012, risulta quanto mai scontato e forzatamente didascalico. Tra gli altri lavori, riproduzioni di frammenti di bombe e vari reperti memori di un processo non poi così remoto di distruzione. Parallelamente alla Stessa storia, è stata inaugurata anche la mostra a cura di Bruno Corà e Aldo Iori, omaggio alla carriera di Hidetoshi Nagasawa, artista naturalizzato italiano sin dai primi anni ’70. Al centro del percorso un nucleo di opere recenti del lavoro di Nagasawa, la cui prolungata ricerca si radica nell’arte concettuale per trasformarsi, negli anni Ottanta, in lavori al confine tra scultura e architettura. Oggi le sue opere rivelano la costante compresenza di due poli, abilmente tenuti in equilibrio fa loro: Oriente e Occidente. Gesto e spazio trovano il loro punto d’incontro in sculture dalla forte carica materica, che dominano la superficie della sala Enel.

Fino al 15 settembre; Macro, via Nizza 138, Roma; info: www.museomacro.org

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