Se gli scrittori sono pittori

Dopo aver preso in carico, tramite la sua fondazione, il prestigioso premio letterario Grinzane-Cavour, Caterina Bottari Lattes ha voluto ritagliarsi uno spazio nel cuore dello storico distretto galleristico torinese. Il nome della nuova galleria, spazio Don Chisciotte, così come il titolo della mostra che ne inaugura l’attività espositiva, Pittoriscrittori, tradiscono una viscerale passione per la letteratura, che almeno in questo primo appuntamento, si traduce in una rassegna espositiva originale e ricca di spunti di riflessione sulla creatività in genere e sulla necessità di certi artisti di trovare nuovi mezzi espressivi per dare forma a suggestioni e pensieri incompatibili con i metodi a loro più consueti.

Il curatore Vincenzo Gatti ha radunato una ventina di opere di nove figure di primo piano della ricca scena culturale del Novecento: Luigi Bartolini, Dino Buzzati, Italo Cremona, Filippo de Pisis, Albino Galvano, Mario Lattes, Carlo Levi, Alberto Savinio, Emilio Tadini. A ciascuno di essi verrà dedicato un incontro tematico, tenuto, ogni volta, da un diverso un critico d’arte, critico letterario o scrittore, fino al 22 giugno, giorno di chiusura della mostra.

Per spiegare il criterio utilizzato per la selezione degli artisti, Vincenzo Gatti usa le parole dello scrittore Dino Buzzati, presente in mostra con i suoi disegni: «Sono un pittore il quale, per hobby, durante un periodo purtroppo alquanto prolungato ha fatto anche lo scrittore e il giornalista. Ma dipingere e scrivere per me sono in fondo la stessa cosa». Il giornalista Bruno Quaranta, nell’introduzione al catalogo, reitera e rinforza il criterio di selezione che avvicina personalità artistiche apparentemente molto lontane: «Che cosa accomuna Mario Lattes e Carlo Levi, Dino Buzzati e Albino, Galvano, Italo Cremona e Luigi Bartolini, Alberto Savinio e Emilio Tadini e Filippo De Pisiss qui adunati? L’essere pittori e scrittori, indissolubilmente, esibendo una sola carta d’identità. Lo stesso Montale, sospeso tra accordi e pastelli, preoccupato di scegliere tra primo e secondo mestiere, infine comporrà ad unità e l’uno e l’altro, benedicendo il secondo, ed eventualmente il terzo, che consentono di salvare la dignità della poesia, non riducendola a merce, tutelandone la libera, liberissima manifestazione. Nella città jamesiana che è Torino […], una mostra di arte e letteratura naturalmente s’impone. Immagini e parole irrevocabilmente intrecciate».

Fino al 22 giugno; spazio Don Chisciotte, via della Rocca 37, Torino; info: www.fondazionebottarilattes.it