L’Antigone di Rainaldi

Già artefice – per il comune di Roma – della discussa e mai amata statua di papa Giovanni Paolo II in piazza dei Cinquecento (papa Batman e Vespasiano tra gli epiteti dei contestatori), Oliviero Rainaldi si gode, finalmente, la sua rivincita. Merito anche della Avvocatura generale dello stato, che due anni fa gli ha dato mandato di creare, per quella che è la ex sala capitolare del convento, un gruppo scultoreo che visualizza il conflitto tra Antigone (indiscusso protagonista di uno dei miti più noti e universali, figura paradigmatica del conflitto tra etica e diritto, tra coscienza umana e logica del potere) e il tiranno Creonte.

Detto, fatto. Collocata nella nicchia centrale della sala, in forma permanente, il bassorilievo in gesso è caratterizzato da una retro illuminazione realizzata da Enel. Dunque per la prima volta il palazzo dell’Avvocatura generale dello stato, già sede del convento di Sant’Agostino, si apre all’arte contemporanea. Il complesso architettonico è il capolavoro di Luigi Vanvitelli e Antigone, a un primo approccio, appare come una pietà con Cristo disteso davanti all’addolorata. Invece è un intero gruppo che dà voce a un dolore familiare assai più arcaico: il pianto di Antigone – carica di senso umanissimo – a causa della morte del fratello Polinice. Una scultura, quella creata da Rainaldi (l’artista vive a lavora a Roma), che mira con decisione a sintetizzare diritto pubblico e pulsioni private, sacralità e laicità, storia e attualità. L’asse portante della tragedia di Sofocle è infatti il conflitto tra leggi umane e leggi non scritte, tra valori imposti dall’interesse e quelli assoluti della coscienza. Attualissimo.

Info: www.avvocaturastato.it