Nuova fondazione Pomodoro

Aperti a Milano i nuovi spazi, adiacenti agli archivi e allo studio di Arnaldo Pomodoro, che ora sono diventati la nuova sede della fondazione a suo nome, descritti da Flaminio Gualdoni, curatore della mostra inaugurale come la Casa della vita… all’inizio di via Vigevano, nel cuneo di vecchie abitazioni e laboratori artigianali. Collocata nei pressi della Darsena dei Navigli, la fondazione Arnaldo Pomodoro si promette di agire come vero e proprio centro culturale, proponendo mostre, incontri, conferenze, presentazioni di libri e concerti.

La vicinanza tra gli ambienti configura un polo artistico di grande suggestione, che tra i cortili antichi salda ancor più la contiguità tra il luogo dove la scultura di Pomodoro nasce e quello in cui la fondazione ne documenta e promuove l’attività, ponendosi contemporaneamente come luogo di studio e di confronto intorno ai temi e alle figure dell’avanguardia contemporanea.

Questo il logo dove l’artista approdò a fine anni ’60 e dove ora viene allestita Una scrittura sconcertante. Opere 1954-1960 che documenta proprio quella prima stagione creativa attraverso ventotto rilievi in piombo, argento, bronzo e alcuni disegni. Trasferitosi a Milano nel 1954, l’artista inizia a tessere le sue trame segniche in rilievo creando situazioni visive al limite tra bidimensione e tridimensione. L’influenza intellettuale di Klee, che si definiva “astratto con qualche ricordo”, si avverte immediatamente nei lavoro di Pomodoro di quel tempo, esplicitati da titoli in cui si dice di Orizzonte, Situazione vegetale, Estensione vegetale e Paesaggio. Da qui parte quel percorso che lo conduce alla consapevolezza del segno astratto come cellula plastica, caratteristico di tutta la sua straordinaria vicenda successiva. Accompagna la rassegna il primo numero dei Quaderni della fondazione una collana editoriale caratterizzante delle iniziative future della Fondazione e importante strumento di memoria.

A questa iniziativa seguirà, dopo l’estate, una mostra dedicata a Enrico Baj che ne analizzerà non solo il ruolo primario nel dibattito artistico degli anni ’50 e ’60, che lo vede fondare il Movimento nucleare, concepire riviste come Il Gesto e redigere manifesti cruciali come Contro lo stile, ma anche porsi come interlocutore attivo, in particolare tramite i rapporti con Edouard Jaguer e il gruppo Phases, della grande avanguardia internazionale, da Marcel Duchamp a Man Ray, da Asger Jorn a Guy Debord.

Fino al 30 giugno; fondazione Arnoldo Pomodoro; via Vigevano 9, Milano; info: http://fondazionearnaldopomodoro.it