Mostrare l’assenza

The gallery apart cambia sede, da via di Monserrato si trasferisce a via Francesco Negri, nel quartiere della Piramide Cestia a Roma. Duecento metri quadri di locali si articolano su tre piani, due espositivi, uno riservato agli uffici. Dalla porta, non troppo grande, si accede a uno spazio che dà una sensazione di ampio respiro con i suoi sei metri di altezza. Le grandi stanze, bianche, ospitano, per l’inaugurazione, la prima personale di Dominik Lang in una galleria italiana; l’artista ceco annovera fra le sue altre personali la creazione del padiglione ceco alla biennale di Venezia del 2011.

La mostra, intitolata Missing parts, accoglie gli interventi site-specific di Lang che si situano al confine fra scultura e architettura: l’entrata della galleria è stata trasformata in un’opera che giganteggia e rivela immediatamente la sua fattura: un monumentale lavoro in gesso, appena poco staccato dalla parete, lascia intravedere subito il suo retro e i ponteggi che lo reggono. Questo gioco di rivelazione/nascondimento crea uno spaesamento nella modificazione del luogo, spaesamento accompagnato dalla contemplazione estetica. La grande struttura, composta da parti singole e componibili, riproduce un’opera astratta che ricorda il lavoro di Kandinskij nelle forme del disegno, ma senza il colore e con l’addizione della matericità. Lavoro plastico, ma anche accesso personale alla riflessione sulla storia dell’arte e relazione con ciò che sta intorno interpretando l’architettura.

Il resto della stanza è vuoto e questo vuoto dà forza alla presenza imponente della parete scultorea creando un’atmosfera dove regna il silenzio, stato essenziale per approfondimento e comprensione. Il collegamento con la sala al piano interrato è lampante: sulla sinistra, appena scese le scale, l’artista ripropone un’altra grande scultura in gesso: disegno astratto, opera componibile e di nuovo il vuoto nel resto della stanza. Filo ideale di congiunzione con l’opera presentata negli uffici è il riferimento al Bauhaus: un plastico che ricorda il movimento è composto da spazi fisici che si rifanno al cerchio, al cilindro ed al rettangolo. Molti i materiali utilizzati per il lavoro: stucco, cemento, legno, ferro, vetro, con una decisa precisione espressiva. Le opere in mostra sono coerenti, sempliceie complesse allo stesso tempo,ma anche rigorose e l’intense. L’aspetto lampante è l’integrazione dei lavori con il luogo, opere che producono l’effetto di sorpresa e interagiscono nella ricerca dell’elemento mimetico e insieme rigenerativo dello spazio.

Fino 11 maggio; The gallery apart, via Francesco Negri 43, Roma; Info: www.thegalleryapart.it