Tratti decisi, cromie sature, gesti risoluti sono queste le caratteristiche dei lavori dell’artista londinese Howard Hodgkin in mostra fino al 4 maggio alla Gagosian gallery di Roma. Hodgkin presenta al pubblico una selezione di 20 dipinti raccolti sotto la semplice dicitura di New paintings. L’artista inglese, formatosi nella Camberwell school of art, ricerca nelle sue opere un linguaggio inedito che non si cura delle classificazioni intellettuali collegate alle categorie dell’astrazione e del figurativismo. La sua cifra stilistica racchiude in sé molteplici componenti espressive che legano il lavoro di Hodgkin in egual misura alla spontaneità e a una attenta riflessione, tanto da impiegare anche un anno per l’esecuzione di una semplice pennellata.
Cornice e supporto divengono un unico elemento per sondare la natura nei suoi aspetti più complessi. I soggetti delle opere di Hodgkin sono tracce frammentarie di esperienze quotidiane: Red sky at night, Seaside, Deep water svelano ricordi e aneddoti affidati unicamente alla percezione sensoriale, lo spettatore interpreta le emozioni dell’artista attraverso i segni impressi sulla tela, non bisogna appellarsi a nessuna sovrastruttura, esiste solo la necessità di guardare. La pittura di Hodgkin risente dell’influenza di grandi maestri del passato come Turner e Matisse, passando attraverso le opere di Van Gogh. In un’intervista dell’aprile 2008, apparsa sul The Telegraph, la giornalista Karen Wright chiese ad Hodgkin quale fosse il momento in cui riteneva che un suo dipinto potesse considerarsi concluso, l’artista rispose semplicemente che solo il dipinto poteva comunicarlo. L’arte di Hodgkin é un universo indefinito dove la tela non é più una semplice finestra per racchiudere il mondo esterno ma la definizione astratta di una personale cosmologia che dona allo spettatore una nuova visione di ciò che ci circonda.
Fino al 4 maggio; Gagosian Gallery, via Francesco Crispi 16, Roma; info: www.gagosian.com