Lino Strangis, Trasmissioni

Lino Strangis, classe ’81, è artista intermediale e teorico di estetiche contemporanee, laureato in estetica ha esposto in Italia e all’estero. Oltre ad essere regista e co-autore di Entr’act Iintermediale, la prima trasmissione di videoarte e cinema sperimentale in Italia, ha rappresentato Roma alla biennale del Mediterraneo 2011. Dal 2012 è direttore della collana Audiovisioni digitali edita da Palladino editore e dal 2011 è direttore artistico del Carma. È anche sound performer, la passione per la musica si manifesta fin da giovane, è stato musicista polistrumentista. La ricerca del senso dell’esistenza lo accompagna nei suoi lavori audiovisivi: «Il mio interesse fondamentale – dichiara – è sempre legato al tentativo di considerare altrimenti l’esistenza, di trovarla in forme metaforiche ancora non viste o udite, nel suo senso profondo. Visualizzare un esistente invisibile è per me un modo di avvicinarmi all’essenza dell’essere».

Nei suoi video c’è l’uomo, c’è la natura, ci sono gli animali ma ci sono anche elementi astratti che come dice: «hanno un ruolo fondamentale, concettuale e formale allo stesso tempo. Tramite i procedimenti di astrazione cerco di inserire nelle mie composizioni una certa dose di imponderabile, esistente in uno strato altro dall’apparire delle cose». L’artista compone da solo le sue musiche, ha studiato musiche rituali, ma anche altri generi come l’ambient. Lo scopo?: «Cerco di collegare l’atmosfera alle visioni che vado incontrando ma a volte il meccanismo è inverso e cerco di considerare visioni e suoni come colori di una medesima tavolozza».

In Trasmissioni – Fenomeni dell’intelligenza collettiva, che qui presentiamo, la conoscenza è elemento cardine dal punto di vista di: «fenomeno in continuo movimento a cui tutti possiamo partecipare, ognuno mettendoci del suo e condividendone le interpretazioni, le“visualizzazioni», dice Strangis. Le immagini sono sia scaricate da internet che prodotte appositamente: «Ultimamente m’interessa molto – parla l’artista – trovare dei sistemi per far rientrare la rete nel mio processo di composizione audiovisiva: quindi una rete intesa come mezzo di produzione. Le mie miniere di materiali sono immagini tratte prevalentemente da youtube e google, ma non uso mai nulla così com’è e più che altro lavoro con frammenti. Frammenti trovati che costituiscono una sorta di immaginario collettivo, riconoscibili, fosse anche solo inconsciamente, da un grande numero di persone. Questo metodo potrebbe essere definito anche audio-video-collage digitale, ma sempre all’interno di una più ampia “tecnica mista” fatta d’interventi interamente costruiti da zero».

La traccia audio in questo video: «svolge un ruolo molto rilevante in veri sensi: uno ritmico, uno atmosferico e uno strutturale: a volte lavora anche per tenere insieme le varie scene come amalgamatore, funge poi da catalizzatore della reazione chimica che cerco di provocare nell’esperienza audiovisiva del fruitore», commenta Strangis. Visivamente si alternano, soprattutto, strumenti musicali e maschere arcaiche che hanno una determinata simbologia, come spiega l’artista: «Ho provato ad immaginare un fenomeno/metafora del concetto di intelligenza collettiva. Diversamente da altri casi la simbologia non è esattamente immediata ma non è difficile trovare la chiave: lo strumento musicale è simbolo della musica stessa come espressione di una cultura e della cultura come espressione condivisa di un popolo. Dagli strumenti esce una sorta di fiamma multicolore che è una metafora visiva dell’enunciato e dell’esperienza che si trasmette in una frase musicale, interpretata come esempio al di là e oltre le parole. Infine le maschere sono antico contenitore a forma di testa utilizzato in un particolare rituale tribale precolombiano in cui si beveva in gruppo da queste teste. In questo caso la fiamma multicolore passando di testa in testa muta forma generando infinite interpretazioni del messaggio iniziale».

 

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