Marinetti chez Marinetti

Se parlare di Futurismo a oltre 100 anni dalla sua fondazione risulta difficile, parlare di Filippo Tommaso Marinetti è un oggi compito ancora più delicato, che solo pochi illustrissimi studiosi si prendono l’onere di svolgere. È questo però il caso di Maurizio Calvesi che ieri, 14 febbraio, ha presentato Marinetti chez Marinetti alla galleria Russo di Roma, esposizione di circa 40 opere della collezione futurista privata (e affettiva) del grande teorico e poeta italiano. Grandi nomi tra cui Balla, Boccioni, Galli, Depero, Russolo, Soffici e Dottori – pittori appartenenti sia alla prima che alla seconda generazione del Futurismo italiano – sono in mostra accanto a numerose tavole parolibere dello stesso Marinetti, copie originali dei Manifesti tecnici futuristi, della rivista futurista Poesia, di cui egli fu ideatore e direttore.

Una figura affascinante, vero e proprio avanguardista, uomo colto e pretenzioso; questo è il Marinetti di cui ha parlato ieri Calvesi durante la presentazione del catalogo al Roma centro eventi. Ricordi di gioventù, di passione e di dedizione nei confronti del lavoro del maestro che Calvesi ha fortemente voluto omaggiare attraverso l’esposizione di opere poco conosciute o vere e proprie rarità, come il grande quadro di aeropittura La famiglia Marinetti, immagine ricorrente di tutta la mostra, o due tele di Benedetta. Durante la conferenza si sono succeduti l’intervento di Beatrice Buscaroli (docente di storia dell’arte contemporanea dell’università di Bologna e curatore del padiglione Italia alla 53esima biennale di Venezia) e di Nicola Zingaretti, intervallati dalla coloratissima  – e proprio per questo fedele con gli intenti – declamazione di un aeropoema marinettiano dell’artista Roberto Floreani.

Fino al 15 marzo; galleria Russo, via Alibert 20,  Roma; info: www.galleriarusso.it