Tagli allo spettacolo

Tempi poco rosei si preannunciano per il mondo dello spettacolo italiano. Il 2013 si conferma un anno segnato indelebilmente dai tagli alla cultura. Non è bastata la mannaia sulla settimana della cultura, di cui ha dato annuncio il ministero dei Beni e delle attività culturali giorni fa. Questa mattina si è aggiunta anche la tegola relativa al ridimensionamento del fondo unico per lo spettacolo. Le risorse per l’intervento pubblico nei settore del cinema, teatro e musica, infatti, per il 2013 sono di poco inferiori ai 390 milioni (389,8 per la precisione). Nel 2012 erano 411 milioni di euro, mentre nel 2010 avevano toccato addirittura la quota di 414 milioni. Per non parlare del non lontano 2001, in cui la manica larga del governo si era rivelata con un’ erogazione di ben 527 milioni di euro. Si tratta di una graduale stangata che quest’anno assume le sembianze di una vera e propria batosta. Ne ha dato notizia oggi alla Consulta il ministro del Mibac Lorenzo Ornaghi, motivando i nuovi tagli con il clima di austerity innestato e regolato dalla spending review e dalla recente sentenza della Corte costituzionale, che ha ordinato il reintegro dei tagli agli stipendi dei dirigenti.

In tutto ci sono 20 milioni in meno rispetto allo scorso anno, 7 in meno rispetto alle previsioni sulle quali avevano lavorato in questi mesi gli uffici del ministero. Il Fus, introdotto dal governo nel 1985 per ridare fiato e vigore alle attività culturali e di spettacolo, si avvia così a essere svuotato di quell’incoraggiante messaggio che la sua natura stessa prevedeva: la cultura intesa come fiore all’occhiello del nostro paese. Con rammarico e disillusione il ministro Ornaghi si è solo limitato a lasciare un utile ragguaglio al suo successore. Si tratta di una proposta di reintegro da fare intorno a giugno in occasione dell’assestamento di bilancio del ministero. Niente di più. Venendo ai numeri, rispetto al 2012 poco è cambiato relativamente alle percentuali di ripartizione proposte dal ministro e approvate dalla Consulta. Quasi la metà del fondo (47%) andrà anche quest’anno alle fondazioni liriche, che perdono però rispetto allo scorso anno 10,1 milioni di euro. Immutate anche le percentuali per il cinema (18,59%) e teatri (16,4%) che si vedono sottrarre rispettivamente 4 milioni e 3,4. Il taglio più drastico riguarda le attività musicali, alle quali è destinato il 14,10% del Fus e che si vedono assegnare circa 3 milioni in meno rispetto allo scorso anno.

 

 

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