Memoria materica

Sono animati da una potenza materica, pittorica ed estetica non comune le opere di Antonio De Pietro, in mostra ai Mercati di Traiano (fino al 10 marzo). Da una parte la materia (ferro, legno, colle, sabbie, corda e bitume) dall’altra l’antica tecnica delle velature. Questo faber dei giorni nostri è riuscito a trovare la sintesi tra due mondi distanti e opposti, dando vita a un linguaggio lirico che accende una luce nuova nel percorso dell’arte contemporanea che dai sacchi di Alberto Burri arriva allo sfinimento informale delle materie dello spagnolo Antoni Tàpies.

La mostra – curata da Diana Alessandrini – propone una riflessione sul tema della memoria (da cui il titolo dell’esposizione), attraverso otto soggetti che afferiscono al ricordo personale dell’artista, simboli individuali che si fanno universali nell’opera di De Pietro, tenendo viva nella mente un’Italia che sta velocemente scomparendo. Ecco le ciotole (Acquasanta e Caldo mediterraneo), le Chiavi, le Porte della memoria, le catene (Memore), le Lettere d’amore, i cancelli (Solo all’alba), le sedie (Assoluto silenzio). I riti laici del sud rivivono nelle opere di De Pietro: le sedie fuori di casa che aspettano donne anziane, le porte dei magazzini dei marinai mangiate dal sole e dal sale, le chiavi arrugginite appese a muri scrostati.

Scrive nel catalogo il critico Antonio Del Guercio: «In realtà la figura chiave del ricordo persiste attivamente nelle poetiche dell’arte moderno-contemporanea dando ai giorni nostri frutti intensi. Basti pensare a due personalità come quelle di Christian Boltanski e di Anselm Kiefer. A me sembra che Antonio De Pietro si collochi in questa larga e diramata corrente».

fino al 10 marzo

Mercati di Traiano, via quattro novembre 94, Roma

info: www.mercatiditraiano.it

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