Paesaggi industriali

L’artista spagnolo Javier Garcerà (Puerto del Segunto, Spagna, 1967) ritorna a Torino a quasi 17 anni dalla personale nell’ormai scomparsa galleria Arx, ed espone una collezione di lavori di differente formato che spaziano dai paesaggi manipolati degli anni ’90 – fotografia emulsionata su tela –, legati al periodo romano, alle grandi tele quadrate della fase successiva fino al 2000. Le due epoche artistiche proposte al pubblico negli spazi della galleria Opere scelte, in realtà, appaiono come la continuazione l’una dell’altra, in particolar modo nell’utilizzo di tinte cupe che spaziano dalla scala di grigi al seppia, intrise, le prime come le seconde, di una marcata sensibilità gotica che trasforma i paesaggi naturali e gli spazi architettonici in luoghi inquietanti e apparentemente minacciosi.

L’artista, a tratti, sembra suggerire che gli ambienti creati dall’uomo possano essere intesi come la continuità della natura che li circonda, tanto che quest’ultima li penetra specchiandosi in essi. Altre volte, invece, è più propenso alla visione post-catastrofista, mostrando le rovine contemporanee opposte all’immagine di una natura che tenta di fagocitarle. Nelle opere del primo periodo, lo spazio urbano è rappresentato da frammenti dello studio dell’artista che vengono evocati come apparizioni, all’interno delle quali si trasfigura il paesaggio naturale per mezzo della fotografia che viene modificata con differenti tecniche, creando così paesaggi evanescenti ed evocativi.

Lo spazio urbano prende poi il sopravvento all’interno delle grandi tele di formato quadrato in cui capannoni industriali, spazi in disuso o abbandonati, simboleggiano il fallimento della rivoluzione industriale e dell’era della macchina. L’elemento naturale è qui un mondo distante, casuale, inserito all’interno del relitto urbano. Quella di Garcerà potrebbe essere definita come un’arte del limite, che disegna il confine tra natura e urbanizzazione; un processo di cambiamento che solo la pittura, come accessorio del senso della vista, è in grado di cogliere e restituire nella sua essenza.

fino al 23 febbraio

Opere scelte, via Matteo Pescatore 11/D, Torino

info: www.operescelte.com

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