Sponsor disciplinati

Roma

Attese dalla primavera scorsa – facevano parte del decreto Semplifica Italia del governo Monti – entrano in vigore le nuove linee guida stabilite del ministro per i Beni e le attività culturali Lorenzo Ornaghi in materia di sponsorizzazioni. Un primo passo per regolamentare un sistema che troppo spesso ha fatto discutere per l’invadenza dello sponsor e il poco rispetto per l’opera, bisognosa di ritocchi ma non per questo vittima dell’oltraggio pubblicitario. Come dimenticare, a questo proposito, la megasponsorizzazione da 25 milioni di euro della Tod’s di Diego della Valle per il restauro del Colosseo che, in mancanza di norme chiare, ha provocato polemiche, ricorsi e interventi dell’Antitrust con la conseguenza che, a due anni dalla firma del contratto, i lavori non sono ancora iniziati. Ma il simbolo di Roma non è l’unico monumento che ha urgente bisogno di una “rinfrescata”. L’elenco è infinito e in tempi di crisi economica e tagli inappellabili, l’unica strada da percorrere per evitare il lento degrado del patrimonio nostrano è quella del privato: una grande azienda che, in cambio di visibilità, si faccia carico delle spese.

Le linee guida non sono i modelli di bando che le soprintendenze e le amministrazioni pubbliche dovranno mettere in atto: saranno Mibac, ministero delle Infrastrutture e Authority per i contratti pubblici a metterli a punto. Intanto, le soprintendenze dovranno redigere piani triennali, via via aggiornati, con l’elenco dei beni per i quali si chiede l’intervento dei privati e cercare lo sponsor, anche rivolgendosi ad agenzie specializzate. La gara pubblica sarà necessaria per ogni sponsorizzazione superiore a 40mila euro. Non servirà invece se il privato finanzierà soltanto servizi e forniture non legate a lavori, restauri, interventi sui beni. Il valore economico del vantaggio che ne trarrà il privato non sarà più calcolato in base alla spesa necessaria al restauro o alla valorizzazione del singolo bene, ma verrà valutato anche in base all’importanza e al prestigio del bene. Per le dimensioni dei cartelloni pubblicitari  non vengono stabilite misure precise; si dice però che non devono offuscare la dignità del bene culturale. Le linee guida prevedono tre possibilità per lo sponsor: finanziare l’intervento, farsi carico anche del progetto e dei lavori, adottare una formula mista. Manca ancora il via della Corte dei Conti, ma dovrebbe essere solo una formalità. I punti fermi delle nuove procedure sono contenute in un fascicolo diviso in sei capitoli.

Prima di natale il comune di Milano ha stilato l’elenco dei monumenti che hanno bisogno di “ritocchi”: Leonardo Da Vinci in piazza della Scala, Giuseppe Missori in piazza Missori, Napoleone III al parco Sempione, San Francesco in piazza Sant’Angelo, Costantino Imperatore in piazza San Lorenzo, San Giovanni Nepomuceno al castello Sforzesco, San Lazzaro in piazza Vetra, Piermarini in via Marina-Boschetti, San Calimero in piazza Crocetta, il Bersagliere in largo Bersaglieri e poi Porta Nuova (in via Manzoni) e Porta Ticinese. A giorni dovrebbe uscire il primo bando e questo potrebbe essere il delicato banco di prova delle nuove regole.