La satira non è un’arte minore

In Ridere dell’arte (Mimesis), Marta Sironi ripercorre le vicende della grafica satirica dai primi momenti in cui, nell’Inghilterra della metà del XIII, con Hogarth, si iniziò a ragionare sull’idea che essa potesse essere un genere autonomo alla sua promozione a forma di comunicazione moderna. Le tavole dell’art vivant, dedicate a un pubblico colto, furono un’importante testimone di questa consacrazione. Con essenzialità e immediatezza l’arte caricaturale è riuscita negli anni a parlare al volgo regalandogli una visione più chiara e ironica del tempo e riuscendo, al contempo, a offrire ai posteri fotografie dei mutamenti sociali, politici e culturali.

La satira dell’Ottocento e del Novecento ha riso intorno all’arte, ai movimenti che via via si andavano a contrapporre e sugli artisti che ne erano protagonisti o semplici interpreti dimenticati. È grazie ad essa che ci sono pervenuti ritratti di Coubert – primo artista divenuto noto grazie alla satira – di Matisse e di Picasso che ci danno la misura di come erano o almeno di come venivano percepiti dai loro contemporanei. L’artista è spesso rappresentato, soprattutto dalla satira tedesca, nel suo atelier sporco e desolato, altra faccia della satira in contrapposizione a quella dei salon francesi. La satira è stata testimone dell’evolversi delle grandi esposizioni, di quel processo che le ha portate da luogo privilegiato dell’elite a spazio aperto a operai e famiglie; ha rappresentato i cambiamenti dei costumi e delle mode e non ha risparmiato da aspre critiche le donne che facevano arte. “Henry Bing – scrive l’autrice – mostra una vecchia pittrice impegnata che si vanta di fronte a una bella e giovane modella di fare oltre alla pittura, dello spiritismo, della fisica, della filosofia e dell’aviazione. E la giovane: “Et l’amour, vous n’en faites pas?”.

Tra le illustratrici che più di altre si opposero a questa immagine ci fu Mathilde Ade. Per un decennio la Ade fu tra i protagonisti della stampa umoristica monachese e le sue illustrazioni, apparentemente innocenti, sono piene di inquietanti simboli. Il libro della Sironi non è solo uno sguardo accurato sulla storia di quest’arte minoree un’eccezionale raccolta di materiale iconografico ma è una vera e propria finestra sul tempo. È una lettura che fluisce leggera e fulminea grazie a uno scrivere puntuale e mai lezioso e obbliga a una riflessione su quelle che oggi sono considerate arti secondarie e sul loro ruolo di testimoni per il presente e per il futuro.

Marta Sironi

Ridere dell’arte, l’arte moderna nella grafica satirica europea tra Otto e Novecento

Mimesis eterotopie

28 pagine

24 euro

 

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