Porter all’Umbria Jazz

Ancora poco conosciuto tra i confini italiani, Gregory Porter è negli Stati Uniti già la nuova voce del soul. Acclamato da pubblico e critica che lo ritiene “la nuova voce splendente del jazz” (The Huffington Post), ha appena ricevuto la candidatura ai Grammy awards nella sezione Best traditional R&B performance per Real good hands e un posto d’onore nell’annuale referendum indetto dalla rivista americana Downbeat dove è stato definito “il più grande talento del jazz”.

Forte del successo oltreoceano, Gregory Porter è artista residente nella ventesima edizione di Umbria jazz winter (che si tiene a Orvieto dal 28 dicembre al primo gennaio). Il festival, che da sempre ospita i progetti più interessanti del panorama jazzistico contemporaneo e che ha consacrato numerosi talenti, ha saputo cogliere l’occasione per presentare in prima italiana (fatto salvo una presentazione al Blue Note di Milano lo scorso anno) questa meravigliosa voce. I più attenti però ricorderanno sicuramente questo nome, che non troppo tempo fa aveva prestato il suo talento al produttore e musicista Nicola Conte.

Una musica che parte dalle viscere dell’anima, passando per il cuore e nelle vibrazioni del corpo è quella di Gregory Porter. Né soul, né jazz, oppure entrambi. Porter ha più volte affermato che per lui non c’è differenza tra le due categorie, perché entrambe seguono la stessa traiettoria. Nella sua voce risuonano le influenze del gospel e del blues, generi che più di tutti hanno inciso sulla sua crescita come cantante. In un cartellone come sempre prestigioso, oltre a Porter, la kermesse presenterà Kurt Elling, Danilo Rea, Gino Paoli, oltre a moltissimi artisti di punta della scena italiana e internazionale.

fino al primo gennaio

Umbria jazz winter festival, Orvieto

info: www.umbriajazz.com

 

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