Inaugurata il 6 dicembre, all’Artotèque di Roma Anonymous di Hye Sook Yoo. L’abito è da un decennio al centro dell’opera dell’artista coreana; a interessarle non è l’elogio del capo d’abbigliamento, ma il suo tessuto, i suoi fili e soprattutto i peli della sua tessitura. Perchè se ai giorni moderni quello che indossi è la tua seconda pelle, la tua rappresentazione, dietro vi è un mondo non liscio. Erotismo e animalità, ma anche ripugnanza e attrazione richiamano “tappeti” di peli delle opere di Yoo Hye-Sook. I grandi manti non si capisce se appartengano a immensi animali o siano l’accesso esclusivo a un mondo invisibile.
Da sempre spinta da istinto e associazioni di idee, nella serie Anonymous, l’artista arriva a esprimere al meglio l’animalità omnipresente nei suoi lavori. Nessun richiamo implicito ma diretto e con spirito a quello che è il sentimento principe delle opere. Di questa evoluzione fa parte il dipinto di un maglione con cappuccio, orecchie di orsetto e palline di pompom pelosi esposti a Roma. Le opere dell’artistahanno una doppia esistenza: una singola e una modulare. In questa appartenza e prosecuzione l’una dell’altra che sta l’infinito a cui rimandano. L’artista si mette continuamente in gioco interrogando il suo spazio interiore che rappresenta con strumenti basilari come matite, carta, tela e spazio. Il tratto della matita che segna la superfie dei quadri poi regala ad essi la terza dimensione.
fino al 6 gennaio
Artotèque, via Margutta 85, Roma