Balsamo riscrive la natura

Il Lucca (Lucca center of contemporary art), prestigioso centro per l’arte contemporanea in pieno centro storico a Lucca, ospita la mostra Vincenzo Balsamo. Riscrivere la natura, a cura di Maurizio Vanni, organizzata in collaborazione con l’archivio generale Vincenzo Balsamo. Esposte 60 opere su carta, realizzate a partire dagli anni Settanta e in gran parte inedite, che propongono un percorso evolutivo dell’artista e del suo rapporto con la natura percepita soggettivamente. Vincenzo Balsamo (Brindisi, 1935) entra giovanissimo a contatto con il mondo dell’arte lavorando nella bottega artigiana del pittore e decoratore Pietro Acquaviva. La sua formazione si evolve attraverso numerosi viaggi in Italia e in Europa da cui nascono suggestivi dipinti dove i paesaggi toscani, umbri, laziali e campani si fanno sempre più intensi e interiori attraverso uno studio sperimentale di luce e colori.

È un artista che «adora sperimentare – spiega il curatore – che non si accontenta di ripetere all’infinito stilemi segnici efficaci e funzionali, che non trova piacevole la decorazione fine a se stessa, bensì cerca di indagare la natura, e di conseguenza i propri stati d’animo, con modalità sempre differenti, seppur coerenti con la scelta espressiva che ha da sempre contraddistinto il suo fare arte». La natura come parte del creato, dato oggettivo e materiale, diventa nelle opere di Balsamo sempre più metafisica, soggettiva, dinamica, come uno stato d’animo. La fase espressiva iniziata negli anni ’60 introduce l’artista a una nuova relazione con i paesaggi, la visione si fa frammentata, i piani prospettici si intersecano disarticolando la rappresentazione. Negli anni ’70, sotto l’influenza del cubismo, il colore si fa grande protagonista dell’astrazione geometrica e le forme si scompongono per tornare a vivere sotto altre sembianze come in un gioco di specchi deformanti. L’identità dell’uomo osservante si fonde con la sua interpretazione del mondo e dei contorni del vissuto, l’esperienza si traduce in sensazione e sensibilità cromatica.

La natura assume nuove forme, alterate e deflagrate, per riavvicinarsi poi, in un processo ciclico e paradossale, all’essenza prima che la incarna, ma che ogni uomo percepisce nella sua singolarità e unicità. I dipinti degni anni ’80 esprimono il massimo grado di libertà e indagine introspettiva dell’artista raggiunta attraverso la scoperta di nuovi supporti e strumenti espressivi che lo portano, dalla seconda metà degli anni ’90, alla consapevolezza dell’insondabilità e impenetrabilità della natura. Questa irriducibile ricerca di verità attraverso la natura si esprime nelle opere dell’ultimo decennio con una trama fitta di tratti e di segni che formano parvenze di volumi in lento e costante movimento:«Riguardando più volte lo stesso lavoro, abbiamo sempre l’impressione che qualcosa sia cambiato», sintetizza Maurizio Vanni, è infatti la luce, ora, a creare le forme, a separare i volumi e dare vita a linee che sembrano destinate a un costante divenire nel tempo e nello spazio dell’inconscio.

fino al 3 febbraio

Lucca, via della Fratta 36

info: www.luccamuseum.com