Inside looking out

Insidel looking out: guardarsi dentro per guardare fuori è la collettiva che si svolge a Roma nello spazio associazione culturale Rosarte della curatrice Rosetta Gozzini. Il titolo della mostra ha una duplice valenza, si riferisce al luogo: guardare dentro la casa, anche spazio della Gozzini, per guardare fuori lo splendido panorama di villa Ada, e si riferisce alla predisposizione propria degli artisti di entrare in profondità per esprimere poi formalmente il loro personale sentimento. Diversi per linguaggi, gli artisti presentati, condividono tutti una serietà di intenti. Gian Luca Beccari, nel suo video, si ispira alle Metamorfosi di Ovidio e specificatamente al racconto in cui la giustizia disgustata dall’umanità si tramuta nella costellazione della Venere durante l’età del ferro.

Fiamma Dinelli fa un lavoro sulle immagini fra realtà e rimandi onirici: nei suoi dipinti si sviluppano contemporaneamente l’intimità dell’evento creativo e l’apertura verso un messaggio altro. Stefania Fabrizi cancella gli occhi nei suoi ritratti sui guerrieri della luce e dipinge asceti e saggi con una tecnica sapiente e l’espressione inquieta nell’atto comunicativo. Eva Gerd realizza sculture con ossa di animali ricoperti di materiali delicati nel confronto fra pesantezza dell’oggetto e leggerezza dell’intervento successivo. Marya Kazoun lavora con stoffe, fili, perline e vetro per creare installazioni di personaggi immaginifici. Tessa M. Den Uyl sottolinea il rapporto fra identità personale e identità collettiva nel video e nelle fotografie in mostra, mirando alla morte dell’ego. Josè Molina deforma, con un gusto estetico persistente, la fisionomia umana giungendo ad un’atmosfera surreale e visionaria. La vagina come elemento sessuale di conoscenza dell’essere si ritrova nelle opere di Mog.

Il disegno floreale è sfondo e anche parte costituente del corpo di Cecilia Paredes che si ritrae creando una relazione fra ciò che sta dietro e la figura: qui l’ombra è momento di differenziazione visiva e momento metaforico allo stesso tempo, a significare come la natura nonostante l’intervento dell’uomo riesca sempre a trovare i suoi percorsi. Nelle immagini digitali di Alessandro Palmigiani due elementi si intersecano attivando un significato terzo: vecchie pompe di benzina illuminate da lumini vengono invase da fiori giganteschi: la volontà è quella di comunicare un malinconico sguardo al passato che si trasforma nella speranza per il futuro. La donna nella sua psicologia delicata e drammatica si contrappone al paesaggio in un colloquio di attrazione-repulsione nelle opere di Luisa Raffaelli. La casa come figura simbolica della società contemporanea si sintetizza nella realtà astratta di Patrizia Riccioli generando un gioco spirituale di rimandi identificato nell’uso del blu. Astrazione e figuratività si percepiscono insieme nei deserti di Manuela Sedmach in un discorso sull’animo umano che sospende il tempo della sensibilità. Giovani donne, bambini e adolescenti si misurano con un paesaggio materico nei lavori di Angela Vinci.

fino 16 dicembre

Associazione culturale Rosarte, via San Crescenziano 20, Roma

info: 0686211516 – 3384020441

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