Broken display

La galleria Francesca Minini accoglie nei suoi spazi la terza personale dedicata a Riccardo Previdi, con la mostra Broken display ideata intorno al tema di un ipotetico black out dell’immagine digitale scomposto e analizzato nelle diverse installazioni. L’immagine del monitor è alterata e moltiplicata in creazioni che diventano astratte, realizzate con tecniche miste su feltro sintetico e su pvc trasparente, in un trittico e in una video-installazione. La parola inglese display, contenuta nel titolo della mostra, racchiude in se molti significati. Usata come verbo può voler dire: mostrare, esporre, manifestare e ostentare; come sostantivo invece: mostra, display, sfoggio, esibizione, manifestazione e molto altro ancora. Il ruolo che nella nostra società questa parola ha via via assunto è esponenzialmente cresciuto.

Almeno per uno dei suoi molteplici significati, in tante lingue non è prevista una traduzione dall’inglese. Per esempio lo schermo, la superficie su cui appaiono le immagini, è sempre più diffusamente definito display. Nel linguaggio tecnico degli architetti questa parola viene utilizzata per descrivere allestimenti museali o di negozi e per chi lavora nel campo dell’arte la si usa in riferimento all’architettura di una mostra. Il successo di questa singola parola è strettamente legato alla fruizione dell’immagine e questo basta a spiegarne la sua importanza poiché il display è divenuto un meccanismo di moltiplicazione e di amplificazione del visivo, oggi base di qualsiasi scambio commerciale. In un’ipotetica interruzione totale dell’immagine digitale Previdi prova a chiedersi quali sarebbero le conseguenze e crea le opere presentate attorno a questa tematica.

Ecco allora l’immagine generalmente utilizzata per la calibrazione dei monitor, ma privata dei colori e quindi della sua funzione principale, a legare i lavori tra loro trasformandosi in un ideale wallpaper. La stessa, questa volta però a colori ma accartocciata e quindi geometricamente alterata, è dipinta in un trittico di grandi dimensioni per mano dell’artista stesso. Al centro della sala un quasi androide, una scultura di alluminio dalle sembianze umane, riceve lo spettatore nello spazio e lo invita a rivolgere la sua attenzione verso la video-installazione Tatami un gigantesco iPhone sulla quale è proiettato un video di presentazione del prodotto, appoggiato su un vecchio televisore che mostra immagini di rivolte popolari.

fino al 18 gennaio? 2013

Francesca Minini, ?via Massimiano 25, Milano

info: www.francescaminini.it

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