Ventinove giorni di resistenza

Ventinove giorni (di resistenza) è il progetto curato da Federica La Paglia nello spazio Menexa di Roma. Perché ogni ventinove giorni una mostra nuova? Ogni plenilunio si da il via a un viaggio che ha origine nella creatività. La luna piena è un evento naturale, che ad esempio smuove le maree, ma è anche il momento di maggior forza dell’uomo, di maggior vigore fisico e mentale. E allora la riflessione si alimenta partendo dall’arte e arrivando alla società. Quello degli artisti è un grido di allarme su ciò che sta accadendo con la crisi economica, politica e sociale. In Italia non c’è una manifestazione chiara dello scontento diffuso e generalizzato come accade in altri paesi europei e proprio per questo si sottolinea un disagio che vuole esorcizzare un problema che potrebbe sfociare in un movimento di piazza violento e improrogabile. In fondo gli anni ’70 non sono così lontani.

Lo spazio scelto non è quello di una galleria ma si tratta di un luogo di lavoro che si propone come fucina di realtà artistiche. Il primo appuntamento si è inaugurato il 30 settembre con l’opera Acqua azzurra acqua chiara di Elvio Chiricozzi: un bambino su di una panca di legno indica verso l’alto. Opera apparentemente figurativa, ma che in verità è del tutto astratta nella tecnica e nel soggetto. Rimangono gli elementi essenziali: la panca e il bambino che si proietta verso l’esterno della tela puntando il suo dito. È un invito ad andare oltre, a volare con il pensiero in una espressione metaforica. Questo invito apre un discorso sulla ricerca di lettura degli eventi sociali che stanno accadendo. Sandro Mele ha inaugurato con il lavoro Dolce risveglio il 29 ottobre.

Un uomo indossa un cappuccio che ricorda quello dei black bloc, ma lo sguardo è malinconico e la bocca è dolce. Si crea un contrasto fra la volontà di reagire e la rassegnazione al non poter ribellarsi alle circostanze. Da sempre l’artista si concentra sui diritti dei lavoratori, dall’Italia all’Argentina, in un contesto etico e insieme politico. La speranza è sì di un futuro migliore, ma, se non ci fossero cambiamenti essenziali forse ci toccherà ribellarci in qualche maniera. Non è un appello alla violenza, ma un lacerarsi dietro situazioni spesso non facili. I prossimi appuntamenti sono il 28 novembre con Rosa Jijon e il 28 dicembre con Iginio de Luca.

fino al 28 novembre

Spazio Menexa, via di Montoro 3, Roma

info: www.ventinovegiorni.it